Prima il pm di Cremona De Martino, ora il capo della polizia Antonio Manganelli. Due prese di posizione e una sola conclusione: le inchieste sul calcio scommesse porteranno a scoprire un quadro desolante, ben più grave di ogni aspettativa. Ma se a sentire il magistrato potrebbe essere necessaria un’amnistia per ripartire in maniera pulita, secondo il super poliziotto il rimedio è solo uno: nessuno sconto per chi ha imbrogliato.
Altre partite truccate, tolleranza zero nei confronti dei responsabili, indagini anche all’estero e, sullo sfondo, un quadro ben peggiore di quello emerso finora. Manganelli, a margine del primo seminario sulla legalità nello sport promosso da Viminale e Federcalcio, lo ha detto chiaramente: sul fronte del calcio scommesse “ci saranno altre notizie, altri dati, altri risultati perché le indagini continuano”. Scendendo nel particolare, Manganelli ha sottolineato come la polizia ha “già individuato partite truccate e il coinvolgimento di tesserati” e che ne sta “individuando ancora altri”. Per venir fuori dall’impasse dell’illegalità nello sport, secondo il numero uno degli agenti bisognerà “capire che i tesserati coinvolti non vengono perdonati dagli organismi sportivi e che quanti commettono reati non vengono perdonati dalla giustizia finale. E’ una brutta storia”. Tradotto: pugno duro e tolleranza zero contro chi bara.
L’intervento del numero uno della polizia, però, non si è esaurito nel dettare la linea, ma ha anticipato anche alcune novità delle inchieste in corso, che “ci proietteranno anche all’estero” e che “in queste ore stanno producendo sviluppi estremamente significativi” ha detto Manganelli, che poi ha sottolineato la ferma volontà del corpo da lui diretto a “a continuare su questa strada fatta di rigore e a fare tutto il possibile per risanare un settore che non ci va sia inquinato”. “Ci siamo resi conto in questi ultimi anni – ha detto Manganelli – che in alcune realtà le scommesse o le modifiche studiate a tavolino e i risultati sono strettamente legati al mondo della criminalità organizzata. E a colpirci è soprattutto il fatto che il fenomeno coinvolga sempre di più le mafie internazionali e gli scommettitori di numerosi Paesi”.
Oltre a quello di Manganelli, da sottolineare l’intervento di Ronald K. Noble, segretario generale dell’Oipc-Interpol, secondo cui “ogni giorno sempre più partite hanno risultati sospetti, occorre indagare” per verificare il rischio di scommesse illecite legate al calcio. Noble ha citato l’esempio della partita Barhein-Indonesia, finita 10 a 0 al triplice fischio finale e sulla quale le autorità sportive hanno aperto un’inchiesta. Ma non solo. Nel mirino è finito anche l’incontro Dinamo Zagabria-Lione, dell’8 dicembre 2011, terminato con la vittoria del Lione per 7 a 1: “La Dinamo era andata in vantaggio – ha ricordato Noble – ma poi il Lione ha vinto, realizzando 7 goal in 28 minuti, praticamente uno ogni quattro minuti. Le indagini Uefa non hanno segnalato irregolarità, ma noi restiamo scettici”, ha rimarcato il segretario dell’Interpol, ribadendo che “l’ombra del sospetto sta avvolgendo il mondo del calcio, soprattutto quando ci sono risultati spettacolari”. Per Noble, del resto, “il problema non si risolve con un metodo rapido. L’obiettivo è migliorare la prevenzione e aggredire il fenomeno. Come sta facendo l’Italia che è stato il primo Paese ad aver firmato il protocollo firmato da Interpol e Fifa per il contrasto al fenomeno. Perciò la riunione di oggi è una pietra miliare nella nostra azione di contrasto alle scommesse illecite, il segnale più forte che la corruzione nel calcio può e deve essere fermata. E perciò il percorso italiano è anche un modello per altre nazioni”.