La Fiat chiarisce: non c’è nessun piano di chiusura degli stabilimenti in Italia, dove l’impegno dell’azienda torinese continuerà la sua attività. E anche il ministro del Lavoro Elsa Fornero conferma: “‘Ho parlato con Sergio Marchionne e John Elkann. Ho avuto da entrambi la rassicurazione che le notizie di stampa circa la chiusura di stabilimenti in Italia sono destituite di fondamento”.
L’amministratore delegato smentisce così le indiscrezioni pubblicate oggi dell’inserto Affari e Finanza di Repubblica secondo cui la Fiat si preparava a ”’sacrificare’ gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano“. Un’ipotesi scaturita a seguito di una recente intervista dell’ad Sergio Marchionne in cui lo stesso numero uno di Fiat dichiarava: “Dovremmo ritirarci da due siti su cinque”. Analizzando la situazione produttiva delle 5 fabbriche Fiat dopo la chiusura di Termini Imerese, Repubblica aveva scritto che “di sicuro non rischia nulla Melfi che anzi vedrà crescere la produzione. Anche Cassino sembra solido”, mentre “per gli altri la partita è tutta aperta”. E in particolare il quotidiano ha sottolineato che “è molto a rischio lo stabilimento torinese di Mirafiori” e che l’altro anello debole sarebbe stato Pomigliano.
Notizie smentite dai vertici aziendali. “Articoli di stampa apparsi in questi giorni – si legge in una nota del Lingotto – hanno attribuito a Fiat l’intenzione di chiudere gli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco. In particolare, il sito Affaritaliani ha pubblicato oggi una tabella che riguarderebbe le future produzioni della Fiat in Italia e dalla quale si desumerebbe l’esistenza di un piano di Fiat riguardante la chiusura degli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano”.
Marchionne chiarisce che “tale tabella non riflette in alcun modo né i piani, né le intenzioni di Fiat”. Lo stabilimento di Pomigliano “produce da circa quattro mesi la Nuova Panda, vettura di punta del marchio Fiat. Per Mirafiori il piano, che è stato stabilito e annunciato, prevede la produzione di due modelli: una vettura del brand Fiat a partire da fine 2013 ed una del brand Jeep a partire dal secondo trimestre 2014”. E conclude che “come già più volte sottolineato, l’azienda da tempo ha deciso di comunicare le produzioni future stabilimento per stabilimento, in relazione all’andamento dei mercati internazionali. Non esiste alcun piano di chiusura di impianti automobilistici in Italia. La Fiat si riserva ogni opportuna iniziativa di tutela in merito ad illeciti connessi alla diffusione di notizie o documenti falsi”.