Che Angela Merkel sostenesse Nicolas Sarkozy alle presidenziali non era un segreto per nessuno. Lei stessa si presentò in diretta su France 2, all’inizio di febbraio, con il presidente francese a fianco per dirlo chiaro e tondo. Ma, secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, la cancelliera tedesca sarebbe andata oltre: avrebbe raggiunto un accordo verbale con i suoi colleghi britannico, spagnolo e anche italiano perché non ricevano il candidato socialista, François Hollande, per il momento favorito, durante la campagna elettorale.

La Merkel vede con il fumo negli occhi l’uomo della sinistra di queste presidenziali francesi, a causa dell’intenzione di Hollande, se verrà eletto, di rinegoziare subito il «fiscal compact», il patto di stabilità che introduce una disciplina di bilancio più severa per la zona euro. Fortemente voluto da Berlino, è stato sottoscritto venerdì da 25 Stati (solo Regno Unito e Repubbica ceca si sono rifiutati a farlo). Il trattato entrerà in vigore dopo la ratifica da parte dei parlamenti nazionali. Come indicato da Der Spiegel, la cancelliera si sentirebbe «scandalizzata» dalle frequenti dicharazioni al riguardo (sempre molto polemiche) da parte di Hollande. E così avrebbe chiesto a Mariano Rajoy, David Cameron (che non apprezza il fiscal compact, ma politicamente non è certo affine al candidato socialista) e a Monti di non ricevere Hollande durante la campagna, così da favorire Sarkozy, ora in forti difficoltà nei sondaggi.

Ieri, in serata, l’esecutivo tedesco ha smentito le rivelazioni del settimanale, sottolineando che «ogni capo di governo sceglie indipendentemente se ricevere e in che modo Hollande». Ma che per il momento «nessun incontro è previsto fra la cancelliera e il candidato socialista», nonostante quest’ultimo ne abbia già fatto domanda. Hollande, fra l’altro, non è mai stato ricevuto neanche da Cameron, Monti o Rajoy, le volte in cui ha visitato i loro rispettivi Paesi. Da parte sua l’uomo politico francese ha subito reagito all’articolo di Der Spiegel sottolineando che la Francia è «una grande nazione e un grande Paese, che non si fa ordinare dai capi di Stato e dai governi amici quello che deve fare. Anche se riconosco – ha precisato, con un intento polemico – che saranno miei partner, se divento presidente della Repubbica, e che avrò a cuore di spiegare loro che bisogna aggiungere la dimensione della crescita economica ai trattati europei». Hollande ha pure puntato il dito su «un’alleanza di conservatori a favore del candidato conservatore in Francia».

Quanto all’Spd, il Partito socialdemocratico tedesco, ora all’opposizione, ha indicato in un comunicato che «Angela Merkel nuoce agli interessi della Germania, tentando di influenzare la campagna in Francia». Ieri in un’intervista rilasciata al quotidiano Die Welt, è stato lo stesso ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, esponente del partito liberale (Fdp), piccolo alleato della Merkel nella coalizione di governo, a invitare «tutti i partiti politici a trattenersi e a rimanere riservati, per non esportare le divergenze politiche del nostro Paese verso la Francia».

Una cosa è certa: tanto agitarsi da parte di Angela per il suo «amico» Nicolas non sembra proprio sortire i migliori risultati. Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da LH2-Yahoo!, al primo turno – fissato il prossimo 23 aprile – Hollande resta in testa con il 30,5% dei consensi (malgrado una regressione dell’1,5% in due settimane) contro il 23% per Sarkozy, che nel frattempo ha ceduto tre punti percentuali. Quanto al secondo turno, il candidato socialista si imporrebbe con il 58% (+3%) contro il 42%, in calo di tre punti percentuali.

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