Si sono aggravate le condizioni di Giovanni Neretti, l’assistente capo di 40 anni arrestato ieri a Bologna insieme ad altri tre colleghi perché accusati di aver rapinato (e in un caso anche sequestrato) alcuni stranieri che erano stati fermati per controlli. L’uomo era stato ricoverato in ospedale dopo che gli agenti della squadra mobile si erano presentati a casa sua per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Alberto Ziroldi su richiesta del procuratore aggiunto Valter Giovannini e del sostituto Manuela Cavallo.
Già sofferente, l’assistente capo aveva accusato un malore ed era stata chiamata un’ambulanza che lo aveva trasportato d’urgenza al pronto soccorso, dov’era stato sottoposto a una serie di accertamenti e le sue condizioni stabilizzate. Dopodiché sembrava essersi ripreso, ma nel corso delle ore è sopraggiunto un nuovo aggravamento che ha richiesto il trasferimento nel reparto di terapia intensiva, dove si trova tuttora. Stretto il riserbo sulla natura dei problemi fisici del poliziotto, per il quale rimane la prospettiva obbligatoria del carcere una volta che sarà dichiarato in condizioni da poter sopportare la detenzione.
E novità ci sono anche per un altro degli agenti arrestati. Si tratta dell’agente scelto Alessandro Pellicciotta, 30 anni, da ieri in isolamento in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Durante una perquisizione effettuata ieri dagli uomini della squadra mobile, nell’armadietto che il poliziotto aveva in questura è saltata fuori una settantina di proiettili 9×19 extra ordinanza, per cui non parte della dotazione che viene assegnata agli agenti in servizio. Per questo, alle ipotesi di reato già formulate, si è aggiunta anche l’accusa di possesso di munizionamento da guerra.
Invariata per intanto la situazione degli altri due arrestati, l’assistente capo Francesco Pace, 39 anni, e l’agente scelto Valentino Andreani, 29, che come gli altri, dopo l’interrogatorio di garanzia, potrebbero optare per il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Nel frattempo i magistrati della procura di Bologna hanno stilato una lista di testimoni e di persone informate sui fatti che inizieranno a breve a essere convocati in piazza Trento e Trieste per rispondere alle domande dei pubblici ministeri. Tra questi, colleghi dei poliziotti arrestati, un taxista che avrebbe assistito ad alcune fasi dei controlli sfociati in presunte violenze e cittadini stranieri che avrebbero informazioni relative agli episodi contestati. Episodi che sono due, al momento, per quanto le indagini stiano proseguendo. Il primo, che riguarda Pace e Pellicciotta, risale alla notte tra il 20 e il 21 ottobre 2011 quando, a margine di un arresto regolare, un successivo controllo di due cittadini tunisini si sarebbe concluso con una rapina di 600 euro e con un presunto ricorso a “violenza e minacce”. Il secondo, invece, si sarebbe verificato nelle prime ore del 12 novembre, quando Neretti e Andreani erano intervenuti in bar di periferia gestito da cinesi. Da qui, chiamando a rinforzo gli altri due colleghi agli arresti, avrebbero prelevato un altro tunisino portandolo in aperta campagna e uno di loro lo avrebbe picchiato causandogli lo sfondamento di un timpano e sottraendogli 900 euro, oltre al telefono cellulare. Circostanze, queste, che continuano a essere al vaglio degli investigatori della squadra mobile sotto il coordinamento della procura bolognese.
Dopo l’arresto degli agenti il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha disposto l’invio a Bologna di un alto funzionario con il compito di svolgere una approfondita attività ispettiva in Questura. Il funzionario incaricato dell’ispezione sarà a Bologna già nelle prossime ore.