I mercati chiudono tutti con il segno negativo spaventati dalla revisione al ribasso, da parte dell'Eurostat, della crescita del Pil nel 2011 nell'Eurozona e dai timori legati ad un possibile slittamento del termine per l'adesione dei creditori privati al debito greco
Eurostat corregge le stime di crescita del Pil, nel 2011, nell’Eurozona: +1,4% nella seconda stima pubblicata oggi, un decimo di punto in meno rispetto al +1,5% della prima stima. Nella Ue a 27 la crescita è indicata in +1,5%. Nel 2010 Eurolandia aveva fatto registrare +1,9% e l’intera Unione +2,0%. Flessione nell’ultimo trimestre del 2011 del Pil dello 0,3% nell’Eurozona e nell’Ue a 27 paesi; anche il dato italiano è confermato in calo dello 0,7%. Nell’intero 2011, la crescita dell’Eurozona si è attestata all’1,4% e quella dell’Ue all’1,5%, in calo rispetto a quella del 2010 che si era attestata rispettivamente all’1,9% e al 2%.
E la Grecia torna a spaventare i mercati. Preoccupa, infatti, la partecipazione dei creditori privati alla ristrutturazione del debito di Atene. Il ministero delle Finanze greco ha annunciato che parteciperanno solo sei delle principali banche del paese allo swap sul debito mentre in precedenza fonti vicine alla trattative avevano garantito la presenza di tutti gli istituti di credito greci. Per evitare un default disordinato occorrerà che almeno il 75% dei creditori privati aderisca all’accordo.
Chiudono, quindi, tutte in negativo le piazze europee: Londra a -1,86% a 5.765 punti, Francoforte a -3,40% a 6.633, Parigi a -3,58% a 3.362 e Amsterdam a -2,49% a 317,53. E Piazza Affari si adegua al trend comunitario terminando la giornata con forti perdite. Il Ftse Mib chiude a -3,39% fermandosi a 16.218 punti, l’All Share a -3,19% a 17.198 e lo Star -2,18% a 10.565. A trainare al ribasso il listino sono stati soprattutto i titoli bancari con Unicredit in particolare che fa registrare un calo del 3,67% a 3,942 euro alla vigilia dell’incontro, fissato per domani, tra i grandi azionisti di Piazza Cordusio alla ricerca del sostituto di Dieter Rampl. In picchiata anche Banca Popolare dell’Emilia Romagna con -3,57% a 6,22 euro e Ubi Banca con -3,23% a 3,47 euro mentre Mediobanca lascia sul terreno il 2,86% a 4,828 euro.
Giornata nera anche per lo spread fra Bund tedeschi e Btp a dieci anni: dopo l’apertura a 310 punti, il differenziale fra i due titoli è salito senza interruzioni chiudendo a un passo da quota 330. Con il valore finale di 329 punti, il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni è ritornato sopra la soglia psicologica del 5%, chiudendo al 5,06%. E’ andata ancora peggio ai Bonos spagnoli che chiudono con uno spread sui Bund di 336 punti e un rendimento dei titoli a 10 anni al 5,14%