Dopo averlo difeso, Umberto Bossi ha convocato Davide Boni in via Bellerio per avere chiarimenti sul suo coinvolgimento nell’inchiesta che vede il presidente del Consiglio regionale iscritto nel registro degli indagati per corruzione. L’incontro tra i due è durato circa un’ora. Poi Boni si è allontanato per venti minuti circa ed è quindi tornato nella sede del Carroccio. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, durante l’incontro il Senatùr avrebbe invitato Boni a non dimettersi dalla presidenza regionale. Nel fortino leghista, intanto, è stato convocato per domani un vertice d’urgenza del partito.
Fuori da via Bellerio, i vertici del partito, difendono l’esponente regionale del Carroccio. Il primo è Roberto Castelli che utilizza Facebook per scrivere: “Ciao Davide, non credo alle accuse. In bocca al lupo”. Sempre su Facebook Roberto Maroni esprime la sua solidarietà nei confronti del collega condividendo il post di una militante (Lorena Bastoni) che scrive: ”Davide Boni non si tocca, la Lega non si tocca”. E poi: “Ci hanno dichiarato guerra, se qualcuno non se n’è accorto. E a questa guerra noi risponderemo con ogni arma, risponderemo colpo su colpo senza sosta e senza alcun indugio. Davide Boni è una persona onesta e pulita, una persona perbene, una persona che ha speso tutta la sua vita per ciò in cui credeva”. “Condivido al 100%, non servono altre parole”, ha commentato Maroni sul suo profilo ‘Maroni Lega Nord’.
La decisione sul futuro politico di Boni dovrebbe arrivare oggi da Roma dopo una riunione di partito. In assenza di novità da via Bellerio, vale la linea dettata ieri dal vice governatore leghista, il lumbard Andrea Gibelli, secondo cui, al momento non vi è “alcuna richiesta formale” di dimissioni di Boni. Ieri sera, in un primo tempo, è sembrata prevalere la linea soft dell’auto-sospensione, poi ogni decisione è stata congelata e rinviata a oggi. Intanto, Boni, questa mattina , era al lavoro nel suo ufficio in Consiglio: ”Nottata un po’ agitata, ora però sono in ufficio, oggi sarà una giornata lunga, comunque vi auguro ogni bene, si comincia con gli appuntamenti”. A difendere Boni anche l’assessore lombardo allo Sport nonché collega di partito, Monica Rizzi, finita a luglio 2011 nel mirino della procura per presunto dossieraggio ai danni di avversari politici per far eleggere Renzo Bossi: ”Ho detto sempre che in Italia vige la presunzione di innocenza: lasciamo lavorare la magistratura, che sa fare benissimo il suo lavoro”, ha premesso. “Posso solo dire che soldi nelle casse della Lega non ne sono mai entrati”.
Il governatore Roberto Formigoni, invece, si è detto fiducioso di un chiarimento da parte di Boni “in termini molto precisi la sua estraneità oppure farà passi conseguenti. I suoi colleghi si sono dimessi sono convinto che Boni terrà un atteggiamento coerente, ma non facciamo processi sommari”, ha detto il presidente della Regione sottolineando come esista una questione morale, ma non con una specificità lombarda e politica. Non si possono “chiudere gli occhi di fronte alla gravità dei fatti che stanno emergendo” ed “è evidente che c’è una questione morale”, aggiungendo però che “non riguarda soltanto la Lombardia, né soltanto la politica”. Secondo Formigoni, infatti “ogni giorno emergono i nomi di funzionari pubblici, di uomini politici, delle varie parti politiche e delle varie regioni italiane che sono sottoposti a indagini. Emergono anche casi di corruzione nel mondo dell’imprenditoria, nel mondo della finanza, tra le forze dell’ordine, tra i magistrati. Questo – ha concluso – è il fatto su cui dobbiamo riflettere”.