A parte il solito Maurizio Belpietro che fa il bullo (“ridateci i Marò, o guai a voi!”) minacciando l’intera India di mandargli la sua personale scorta armata, addestrata a sventare sequestri sui pianerottoli d’alto mare, altri coraggiosi patrioti stanno intasando l’etere con questa nuova alzata di ingegno: “Facciamo come gli americani al Cermis, riprendiamoci i nostri marines, riportiamoli a casa”.

E pace all’anima dei (finti o veri) pescatori indiani, dell’inchiesta e dell’onore. Curiosa equivalenza. Al Cermis, anno 1998, un aereo militare americano tranciò i cavi della funivia, uccise 20 poveracci e scappò, rifugiandosi dietro allo strapotere statunitense che in breve rimpatriò l’equipaggio destinandolo a un processo farsa, con allegate scuse all’Italia e un po’ di spiccioli ai parenti.

Sarebbe questo il piano? Avere subìto una ingiustizia, autorizza a commetterne una altrettanto clamorosa? Godiamo di speciali diritti? Abbiamo una qualche immunità da Primo mondo che non ammette intralci dai disgraziati del Terzo? E poi a essere realisti: se cerchiamo la prova di forza, sarebbe meglio misurare i muscoli in campo. Magari coinvolgere l’Europa, gli Usa, se non addirittura Belpietro.

Il Fatto Quotidiano, 7 Marzo 2012

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