E' stato il responsabile della Fiom Papignani a sollevare il caso. Ma tutti sapevano già da giorni quello che stava accadendo e ha taciuto per paura di ritorsioni
Fonti interne parlano di operai con la tessera Fiom in tasca che non sanno se scioperare o meno. “Gli hanno detto che la Fiom non è riconosciuta in fabbrica, e che quindi non è proprio il caso di aderire allo sciopero di un sindacato che non esiste”. Ma non basta. Al di là delle sanzioni disciplinari c’è tutto il capitolo che riguarda le decisioni che l’azienda può prendere in maniera del tutto discrezionale. Alcuni operai hanno chiesto turni particolari per esigenze di famiglia, oppure hanno ottenuto di poter fare gli straordinari e i turni notturni con una certa continuità per pagarsi, ed è solo un esempio, la casa piuttosto che l’auto. Tutte richieste magari già accettate dall’azienda, ma con l’adesione allo sciopero potrebbe non essere più così. Per questo, ancora prima che della lettera disciplinare di contestazione, gli operai di Crevalcore hanno paura di come la dirigenza organizzerà il lavoro, e sopratutto di dove potrebbero essere assegnati gli “insubordinati”. Insubordinazione che nel caso specifico vorrebbe semplicemente dire aderire allo sciopero nazionale del sindacato più rappresentativo di tutto il gruppo Fiat. Difficile in quel caso reagire: come provare che un determinato cambio di mansione per un operaio è stato deciso per colpire la sua appartenenza sindacale e non per normale esigenze tecnico-organizzative?
Il problema più immediato per venerdì è però che venga addebitata alle tute blu che non si presenteranno al lavoro una giornata di assenza ingiustificata. La Fiom ricorda comunque che lo sciopero è stato proclamato a livello nazionale e che sono state due le raccomandate inviate alla Magneti Marelli: una nello stabilimento di Bologna, l’altra a Crevalcore. “Chi sciopera non deve preoccuparsi, da questo punto di vista – spiega Papignani – tutti i lavoratori sono assolutamente coperti”.