Sarkozy sembra in condizioni molto gravi. Anzi, diciamolo, sembra più di là che di qua. La foto che circola da martedì scorso lo ritrae su un letto d’ospedale, con i tubi dell’ossigeno e non promette nulla di buono. Magari qualcuno ci spera anche, come chi sta lanciando su Facebook proprio in questi giorni il passaparola “Berlusconi sta morendo”.

Ma dalla headline si capisce subito l’intenzione dei pubblicitari: «Signor candidato, dobbiamo metterla in una situazione del genere perché lei rifletta sull’eutanasia?». Simple, direct, powerful, come direbbero i colleghi americani. Gli altri soggetti ripresi nella campagna sono ovviamente gli altri due candidati alle prossime elezioni francesi che, con Sarkozy, condividono tutti una netta opposizione all’eutanasia: François Bayrou, leader di centro, e Marine Le Pen la leader dell’ultradestra. Si tratta della campagna per promuovere la grande manifestazione che si terrà il 24 marzo a Parigi, a Place de la République, per modificare la legge del 2005 sull’eutanasia. L’azione è partita mercoledì scorso dalla rivista Les Inrocks preceduta da un lancio virale su Internet. E sta spopolando.

Ma in Italia una campagna del genere non sarebbe mai uscita e non avrebbe funzionato. Non sarebbe uscita per due motivi: 1) per lo scarso coraggio dei pubblicitari italiani e 2) per la paura di denunce da parte degli editori della carta stampata. In sintesi, per il nostro caratteristico e tradizionale servilismo. Viceversa, non avrebbe funzionato perché lo spirito della rivoluzione ha lasciato nei francesi una sana e indelebile impronta di senso critico, di coscienza civica e di difesa dei propri diritti che noi non abbiamo affatto, se mai ne abbiamo avuto.

Per quanto semplice sia il messaggio, in realtà è molto raffinata la strategia di comunicazione che sottende: qui si va a toccare un tema sensibile e cioè il consenso dei tre candidati alle prossime elezioni presidenziali, invitandoli a prendere apertamente posizione di fronte ai francesi riguardo al tema che è ancora aperto. Il call to action (invito all’azione) rivolto a tutti coloro che condividono l’importanza di questa battaglia per un diritto fondamentale è a fondo pagina: «Non lasciamo volar via la nostra ultima libertà».

La buona pubblicità, quella che si basa su solide strategie è sempre semplice, diretta, potente. Ma funziona solo se ha davanti un pubblico reattivo. I cittadini francesi sanno di avere il diritto di chiedere direttamente ai candidati politici qual è la loro posizione riguardo a questioni che esulano dai programmi politici presentati. È il contrario della logica “top down” che noi non riusciamo a scollarci di dosso. Per i nostri politici, viceversa, è fin troppo facile permettere un dialogo con gli elettori soltanto su ciò che attiene ai programmi senza mai scoprirsi sul resto. Perfino il meccanismo “democratico” delle primarie, di fatto, lo impedisce. Purtroppo noi non siamo francesi.

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