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Mauritania, fonti locali confermano: Rossella Urru non è stata ancora liberata

Sahara Media e Ani, le due testate che avevano annunciato sabato scorso la liberazione della cooperante italiana, hanno scritto che non c'è stato nessun rilascio degli ostaggi da parte delle organizzazioni terroristiche protagoniste del rapimento
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La cooperante italiana Rossella Urru

Rossella Urru non sarebbe ancora stata liberata. E’ quanto riportano Sahara Media e Ani, le due testate mauritane che avevano annunciato sabato scorso la liberazione della cooperante italiana e del poliziotto mauritano Ely Ould Moctar. Secondo i giornali africani, nella giornata di ieri la madre del gendarme avrebbe ricevuto una telefonata nella quale si confermava che l’agente si trova ancora nelle mani dei sequestratori. I due ostaggi si troverebbero in un’area imprecisata del Maghreb. Il ‘Movimento Unicita’ e ‘Jihad nell’Africa dell’Ovest’, una costola di al Qaida per il Maghreb islamico, avrebbe poi diffuso un comunicato in cui esprimerebbe “rammarico” per la diffusione della notizia della sua avvenuta liberazione, e inviterebbe i mauritani a fare pressioni “sul regime del presidente Aziz” per salvare la vita del gendarme “prima che sia troppo tardi”.

Il sito dell’Ani, invece, citando una fonte anonima nel nord del Mali, smentisce la liberazione del gendarme: “è falsa – ha scritto la testata della Mauritania – e i negoziati per la liberazione di Moctar, Rossella Urru e dei due cooperanti spagnoli sono ancora in corso”, e che vi partecipano “elementi collegati all’Aqmi e al Movimento Jihad”. Le due organizzazioni terroriste avrebbero “raggiunto un accordo per uno scambio tra i tre occidentali e il gendarme” con il prigioniero salafita Abderrahmane Ould Meddou (o Abderrahamane Ould Meydda al Azawadi, secondo altre fonti), arrestato per il suo coinvolgimento nel sequestro di altri occidentali, tra cui la coppia di italiani Sergio Cicala e Philomene Kabouree nel 2009. La notizia di uno scambio con Meddou era stata smentita dagli stessi organi della stampa mauritana. D’altro canto, scrive ancora l’Ani, “fonti concordanti hanno detto che il governo italiano si è detto disponibile a pagare un riscatto per la liberazione della Urru”.

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