Dopo anni dall’inizio del progetto, passati pochi mesi dallo stop definitivo ai lavori, la giustizia chiede conto anche dal punto di vista economico della grande incompiuta del Civis di Bologna, il tram su gomma a guida ottica che negli ultimi cinque anni ha sconvolto il traffico del capoluogo emiliano per non partire mai. A titolo preventivo, infatti, il giudice per le indagini preliminari, Andrea Santucci, su richiesta del procuratore aggiunto Valter Giovannini e del sostituto Antonello Gustapane, ha disposto il sequestro di 77 milioni di euro.
Il calcolo è stato effettuato dai magistrati sul valore catastale degli immobili congelati mentre in realtà, basandosi su quello commerciale, la cifra potrebbe essere di molto superiore. E si tratta dell’importo già incassato per la realizzazione di un’opera che non vedrà mai la luce e che va a colpire i principali protagonisti dell’inchiesta: il Ccc (Consorzio cooperative costruzioni), Irisbus e due ex consiglieri di Atc, la ex azienda pubblica del trasporto cittadino, gli ingegneri Paolo Vestrucci e Claudio Comani.
Sono stati invece al momento “graziati” dal sequestro richiesto (per un valore complessivo di 100 mila euro circa) l’ex sindaco Giorgio Guazzaloca e Maurizio Agostini, ex numero uno di Atc. Sono accusati di corruzione, ma secondo il gip i reati a loro imputabili arriverebbero fino al 2006 e dunque già estinti da prescrizione. La procura, in proposito, non è d’accordo e ha già presentato ricorso contro la decisione del gip, dato che contesta agli indagati reati anche successivamente (inoltre Guazzaloca aveva fatto sapere di voler rinunciare alla prescrizione).
Questo il dettaglio dei beni. A Iribus sono stati sequestrati beni immobili a Modena e terreni agrari distribuiti in varie località, oltre allo stabilimento di Avellino. In quest’ultimo caso la conseguenza è che Fiat, al momento e fino a un pronunciamento favorevole alla sua controllata da parte del tribunale del Riesame, non potrà venderlo, intenzione ventilata di recente. Per Ccc, invece, i beni congelati hanno un valore complessivo di 41,5 milioni di euro e comprendono due immobili a Bologna, in via Marco Emilio Lepido ai civici 182 e 203 (si tratta anche della nuova sede del consorzio) e altri sono a Modena, in provincia di Ferrara, a Milano e a Cerveteri, in provincia di Roma. Ci sono poi terreni, per lo più a destinazione agricola e seminativa, in provincia di Catanzaro, Terni e Savona.
Per quanto riguarda invece le posizioni degli ex consiglieri Atc, Vestrucci e Comani, al primo sono stati sequestrate metà di un appartamento a Bologna e quote societarie, mentre al secondo sei appartamenti, tutti nel capoluogo emiliano. Il totale dei beni sequestrati non sarebbe altro che la cifra avuta dalle società dalle casse pubbliche. Per i pm, quei soldi sarebbero stati incassati dopo aver corrotto amministratori e funzionari di Atc. Ora gli indagati potrebbero fare ricorso al tribunale del riesame perché il decreto di sequestro preventivo venga annullato.
di David Marceddu e Antonella Beccaria