Politica

Semplificazioni, il governo pone la fiducia

Duro scontro in commissione tra il Pd e Polillo. Per il sottosegretario all'Economia una delle strade per far passare le riforme previste nel decreto legge era quella di proporre un maxiemendamento senza le modifiche proposte dai commissari. "Se accadrà così proporrò al mio gruppo di non votare" aveva replicato il capogruppo dei democratici agli Affari Costituzionali, Bressa

Il premier Mario Monti

Il testo del dl semplificazioni approderà in aula domani ed il governo vi porrà la questione di fiducia. Ad annunciarlo il ministro per i rapporti del Parlamento Piero Giarda. Le commissioni competenti hanno dato il via libera, con mandato al relatore, senza cancellare l’emendamento che prevede il blocco del fondo straordinario a disposizione del governo. La discussione è  stata anticipata da uno scontro tra il Pd e l’esecutivo. In mattinata era stato il Pdl a entrare in conflitto con Mario Monti annunciando, a sorpresa, che non avrebbe partecipato alla riunione prevista questa sera con il premier e i leader di Pd e Udc, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. L’annuncio dopo un incontro tra il presidente del consiglio e il numero uno di Mediaset Fedele Confalonieri. Che avrebbe fatto presente l’attuale crisi dell’azienda di Berlusconi e i “rischi” connessi a una Rai più forte e competitiva.

Nel pomeriggio, durante la seduta della commissione Affari Costituzionali, il capogruppo del Pd, Gianclaudio Bressa aveva annunciato la volontà di non votare la fiducia nel caso il governo presentasse un maxiemendamento al dl semplificazioni.  A scatenare la presa di posizione netta da parte di Bressa erano state le parole del sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, lette come “una minaccia al parlamento”. Polillo, durante la discussione in commissione, si era detto convinto che “le strade a questo punto sono due: o un maxiemendamento senza le modifiche delle commissioni oppure modificheremo il testo in Senato”. Il sottosegretario ha aggiunto che “spetterà al presidente Monti decidere quale via intraprendere”, o quella del maxiemendamento del governo senza le modifiche delle commissioni oppure la ragioneria non bollinerà il testo approvato alla Camera e le modiche saranno fatte in Senato.

Secondo Bressa, Polillo ha minacciato il parlamento. “Il sottosegretario, che si caratterizza per un’eccessiva disinvoltura nei rapporti con il Parlamento, durante i lavori delle Commissioni I e X ha minacciato il Parlamento che se non avesse accolto la sua richiesta di modifica, il governo avrebbe presentato un maxiemendamento per modificare la volontà espressa dalle commissioni”, ha raccontato il capogruppo del Pd in commissione Affari Costituzionali. “C’è da chiedersi – aggiunge – chi sia Polillo e chi rappresenti perché l’accordo tra il Parlamento e il governo ha sempre previsto che la fiducia venisse apposta sul testo uscito dalla commissione. Per quanto mi riguarda – conclude il parlamentare – se così non dovesse essere proporrò al mio gruppo di non votare la fiducia al governo”.

Poco dopo l’inizio dei lavori in aula, il capogruppo a Montecitorio del Pd, Dario Franceschini ha annunciato che il partito non ha “mai pensato di non votare la fiducia sul dl Semplificazioni”. Ma, ha aggiunto, “resta un problema molto grave dal punto di vista istituzionale. Non esiste che un sottosegretario, Polillo, minacci una commissione parlamentare senza averne titolo di ricorrere a un maxiemendamento su cui mettere la fiducia anzichè sul testo votato dalle commissioni se non viene modificata una norma già approvata e non gradita. Mi aspetto che il governo chiarisca che l’improvvida uscita del sottosegretario non era in alcun modo autorizzata”, ha detto Franceschini.