Alfano ha fatto saltare il vertice da Monti perché non vuole sentire parlare di Rai e di asta sulle frequenze.
Rispetto per l’autonomia del Parlamento? Per nulla, più semplicemente rispetto per la volontà del suo signore e padrone che non intende accettare provvedimento alcuno che possa sfiorare il perimetro del conflitto di interessi.
Così l’asta non si dovrà fare, il presidente dell’Autorità di garanzia dovrà essere un garante della conservazione, la Rai dovrà restare immobile, figlia della legge Gasparri considerata, non a caso, la vera legge berlusconissima.
Del resto, prima che il cosiddetto vertice saltasse, Il presidente Monti aveva ricevuto Fedele Confalonieri, l’amministratore di Mediaset.
Il messaggio di oggi è chiarissimo: Discutete pure di tutto, ma lasciate stare le tv, chi tocca i media è destinato a morire!
Cosa farà ora il presidente del Consiglio? Prenderà atto o darà seguito al suo annuncio di voler adeguare l’Italia agli standard europei?
Dalle sue decisioni si comprenderà quale sia il suo margine di autonomia su questioni vitali non solo per il sistema industriale, ma per lo stesso ordinamento democratico.
Da Monti ci attendiamo una proposta che metta fine alla gestione diretta, da parte dei governi e dei partiti, delle autorità di garanzia e della Rai.
Porti in aula i suoi progetti, sfidi tutti sul terreno delle liberalizzazioni e dell’autonomia, chieda il voto di fiducia, vedremo chi avrà il coraggio di ribaltare il governo pur di tutelare gli interessi di uno solo.
Chi, per l’ennesima volta, pensava e pensa che Berlusconi possa vestire i panni dello statista e del padre della patria, farà bene a rinsavire, prima che sia troppo tardi.