La procura di Roma individua nuovi ammanchi. Disposto con urgenza il sequestro preventivo di cinque appartamenti, una villa e due milioni di euro. Indagati anche la moglie Giovanna Petricone e il cognato Francesco Giuseppe Petricone
Il buco della Margherita di allarga. L’ex segretario DL Luigi Lusi, accusato dalla procura della capitale di essersi appropriato illecitamente di 13,5 milioni di euro dalle casse del partito guidato da Francesco Rutelli, avrebbe sottratto alle casse del movimento una cifra ben più alta. Che, secondo i pm romani Alberto Caperna e Stefano Pesci, ammonta tra i 18 e i 20 milioni di euro, come riportato nel decreto di sequestro preventivo di sei immobili e di due milioni di euro eseguito oggi dalla Guardia di Finanza. Reso necessario in quanto, secondo i magistrati, è forte il rischio di un inquinamento probatorio.
I finanzieri infatti hanno messo i sigilli a cinque appartamenti di Capistrello, in provincia dell’Aquila, e a una villa ad Ariccia, vicino a Roma, data in usufrutto alla nipote, mentre i due milioni di euro sono stati individuati su conti aperti presso Allianz Bank. Nelle scorse settimane, inoltre, sono stati sequestrati a Lusi le quote delle società ‘Ttt’ e ‘Paradiso immobiliare’, titolari dell’appartamento di via Monserrato, nel centro di Roma e della villa di Genzano, dove abita il parlamentare, nonché conti correnti sui quali erano depositati 490 mila euro.
Ma l’inchiesta non chiama in causa soltanto l’ex tesoriere. Il provvedimento di sequestro preventivo vede indagati anche la moglie di Lusi, Giovanna Petricone, accusata, per aver ricevuto dal marito assegni per oltre 3 milioni di euro, di ricettazione e concorso in riciclaggio assieme al fratello Francesco Giuseppe Petricone cui, a sua volta, avrebbe girato un milione e 601mila euro tramite la società di diritto canadese ‘Luigia Ltd’, da lui amministrata. Episodio, quest’ultimo, che configura nei confronti di Lusi, della moglie e dello stesso cognato il reato di trasferimento fraudolento di beni. Micol D’Andrea, nipote acquisita dell’ex tesoriere della Margherita, è invece indagata per impiego di denaro di provenienza illecita e di concorso, con lo stesso Lusi, di trasferimento fraudolento di beni, per aver assunto al titolarita’ dell’usufrutto di Villa Elena di Ariccia.
Per gli inquirenti, insomma, i familiari più stretti del senatore Lusi non potevano non essere a conoscenza della portata e della natura illecita degli affari immobiliari avviati per anni dall’ex tesoriere della Margherita. “Il dato di partenza – si legge nel provvedimento di sequestro – è che Lusi dichiarava un imponibile di circa 400mila euro l’anno. Ma in quel periodo ha acquistato l’immobile di via Monserrato e la villa di Genzano, oggetto per di più di imponenti e costosi lavori di ristrutturazione per un ammontare di 4 milioni di euro. Che fosse in grado di effettuare un ulteriore onerosissimo acquisto (Villa Elena di Ariccia, ndr) con i proventi leciti di un’attività che, sino a quel momento, non aveva consentito investimenti di tale entità, non poteva che ingenerare sospetto in chi venisse richiesto di prestarsi a una intestazione fittizia. La sostanziale decuplicazione dei redditi (in cinque anni Lusi, in linea con gli anni precedenti, ha denunciato un totale di circa due milioni di euro, mentre sottraeva alla Margherita altri 18-20) per di più non associata a rilevanti mutamenti nella sua attività economico-professionale, non poteva certo sfuggire ai componenti della sua cerchia familiare”.
Secondo i pm inoltre la condotta di Lusi è stata “caratterizzata dall’adozione di una serie di veri e propri artifici contabili per eludere i controlli relativi alle somme convogliate verso la Ttt”. Artifici, aggiungono, “senza dubbio posti in essere con la connivenza dei commercialisti che curavano la contabilità”.