Il figlio terzogenito del boss di Cosa Nostra, uscito dal carcere, è in arrivo all'associazione “Noi famiglie padovane contro l’emarginazione”. Ma il Carroccio ha tirato fuori una storia risalente al 1994 che riguarda la fondatrice Tina Ciccarelli, arrestata per spaccio di droga, costringendola alle dimissioni. La replica: "Il ragazzo arriverà comunque"
A far arrabbiare Tina Ciccarelli, fondatrice dell’associazione “Noi famiglie padovane contro l’emarginazione”, è stato il riferimento fatto da alcuni esponenti del Carroccio, come riporta il Corriere del Veneto, ai suo trascorsi giudiziari. Nel criticare aspramente il soggiorno in terra veneta di Riina, la Lega aveva ricordato che la donna era stata sorpresa nel 1994 dalla Guardia di finanza con addosso un chilo di hascish e 13 grammi di eroina e quindi arrestata per spaccio di droga.
“Mi sono dimessa – spiega Ciccarelli – perché non sono come Umberto Bossi che dice a Davide Boni di non rassegnare le dimissioni”. La presidente dice che la sua rinuncia alla carica è da considerarsi al momento irrevocabile, anche se l’associazione le avrebbe chiesto con insistenza di ripensarci. Quanto accaduto, promette, non modificherà comunque i programmi relativi all’ arrivo di Riina a Padova. “Arriverà modestamente come tutti gli altri – sottolinea Ciccarelli – e gli verrà affiancato un nostro operatore che ha grande esperienza carceraria”.