Ancora problemi per la politica calabrese. La Procura di Reggio Calabria ha notificato un avviso di garanzia al presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico dell’Udc. L’accusa è abuso d’ufficio. Questa l’ipotesi di reato formulata dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal sostituto Mauro Leo Tenaglia che sta coordinando le indagini in merito alla nomina del vicecapo di gabinetto Valentina Chiné. Quest’ultima non avrebbe avuto i titoli per ricoprire l’incarico affidatogli dal massimo rappresentante di Palazzo Campanella, sede del parlamentino calabrese.
A darne notizia dell’inchiesta, con una nota stampa, è stato lo stesso Francesco Talarico che mette le mani avanti e parla di “insussistenza dei fatti” e per dimostrarla si è dichiarato disponibile a fornire “tutti gli atti e la documentazione utile”.
“Ho ricevuto una informazione di garanzia – ha aggiunto Talarico – riferita alla procedura per la nomina del mio vicecapo di gabinetto, avvenuta, secondo l’ipotesi di contestazione, senza che lo stesso avesse i requisiti previsti dalla legge regionale. Continuando ad avere, come sempre, piena fiducia nell’operato della magistratura, fornirò tutti gli atti e la documentazione utile a dimostrare l’insussistenza dei fatti a me contestati. Rimango in attesa di chiarire, auspico in tempi brevissimi – conclude Talarico – la mia posizione davanti alla competente autorità giudiziaria, anche per non lasciare alcuna ombra sul mio operato istituzionale”.
Prima di essere nominata vicecapo di gabinetto di Talarico, Valentina Chiné era entrata al Consiglio regionale attraverso il famoso “concorsone”, una stabilizzazione ad hoc per i portaborse dei politici calabresi, di centrodestra e di centrosinistra.