Politica

Caso Riccardi, il Pdl rinuncia a sfiducia per “senso di responsabilità”

Dopo l'incontro con il segretario del Popolo della libertà Angelino Alfano, Gasparri e Quagliariello hanno comunicato la decisione di non voler procedere con la richiesta di dimissioni partita da 46 senatori nei confornti del ministro della Cooperazione "reo" di aver detto che "certi meccanismi della politica fanno schifo"

Il caso Riccardi chiuso? Per il Pdl sì. Dopo l’incontro tra Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato, con il segretario del partito Angelino Alfano per valutare l’iniziativa assunta da 46 senatori dopo le “improvvide affermazioni” del ministro Andrea Riccardi, in una nota viene espressa “piena comprensione per le ragioni dei tanti parlamentari che hanno censurato parole che, al di là dei contesti e dei modi con cui sono state carpite e delle apprezzate scuse dell’interessato, non sono oggettivamente accettabili. Se il ministro per la Cooperazione avverte un fastidio insuperabile, nessuno gli vieta di rinunciare all’incarico che ha assunto e che conserva grazie al Parlamento, massima espressione della rappresentanza politica e democratica”. “Il Pdl – si legge ancora – ritiene che la sua fiducia nei confronti del governo non debba rappresentare un pretesto né per manifestazioni di arroganza né tantomeno per comportamenti politicamente improvvidi da parte di ministri. Per questo, dopo aver espresso al presidente Monti una valutazione critica sull’accaduto – conclude la nota – la scelta di non presentare la mozione di sfiducia sarà dimostrazione ulteriore del senso di responsabilità del Pdl in un momento difficile per il nostro Paese”.

Del resto, al di là della polemica al Senato, lo “schifo per certa politica” confessato da ministro Riccardi ha raccolto sul web non poco sostegno. Migliaia di messaggi sono arrivati ai siti dei principali quotidiani in difesa del ministro, duramente attaccato dal Pdl, e sono circolati via Twitter. Il Corriere.it ha raccolto 42 pagine di commenti, oltre 830, sulla vicenda. “Il ministro resti saldamente al suo posto”, chiede Carlos49. “Nel paese più ipocrita al mondo, il ministro Riccardi ha detto ingenuamente che il re e’ nudo!”, scrive Consolato. “La politica ha fatto schifo e continua a farlo, assicura Solare. Centinaia anche i post su Repubblica.it, quasi tutti in favore del ministro. “E’ la barzelletta del secolo: i senatori del Pdl, che hanno votato compatti per Ruby, nipote di Mubarak, dimostrando di non essere in grado di intendere e di volere, oggi chiedono la testa di Riccardi per una frase, che, oltre a essere veritiera, era anche detta in modo del tutto privato”, scrive Maria. “Bravo Riccardi”, scandisce Guido. “E’ la differenza tra chi sta anche in mezzo alla gente come Riccardi e chi sta solo dentro i palazzi del potere, dove non c’è ormai né vergogna né pudore”, spiega Nino. Stesso tenore le parole dei lettori della Stampa.it. “Si offendono per un complimento”, ironizza Moai. “La politica si è offesa per la battuta di Riccardi, come si vede quanto sono lontani dal popolo”, dice Asmodeus. Non fanno eccezione anche i lettori de Ilfattoquotidiano.it che hanno fatto quadrato sul ministro-fondatore della comunità di Sant’Egidio. La solidarietà a Riccardi è corsa anche via Twitter. “Siamo tutti Riccardi”, scrive Marco Magni. “Teniamo bene a mente i nomi dei 46 senatori vs Riccardi così sapremo chi non votare”, chiede pasquino2003. “Questa mattina mi son svegliato e Riccardi mi è ancora più simpatico”, assicura carlopalomar.