Ricevo e pubblico la lettera dell’assessore Colozzi preceduta da una mia replica
1. Confermo che nel sinking fund erano presenti, in passato (come specificato nell’articolo), non soltanto i bond delle ferrovie polacche, ma anche altri titoli a rischio, come quelli della Regione Sicilia.
2. Non abbiamo scritto che il fondo perderà l’80 per cento del valore sui titoli greci, ma che lo stanno perdendo i privati che in questi giorni stanno aderendo all’operazione con la Grecia.
3. Confermo che, nella gestione del fondo, gli utili sono incamerati dalle banche, i rischi (come l’eventuale default greco) sono tutti della Regione.
4. L’inchiesta della procura di Milano ha scoperto un danno subìto dalla Regione: 95 milioni di euro di profitti indebiti incamerati dalle banche e dai consulenti privati (i fratelli Pavesi) che avevano, eccome, rapporti con la Regione Lombardia. L’articolo richiama la responsabilità politica di Formigoni: una vecchietta non ha colpa se è vittima di un raggiro, il preparatissimo presidente della più ricca regione italiana ha la responsabilità politica delle sue scelte.
5. Non si vede quale sia il “vantaggio” maturato dalla Regione: proprio in questi giorni sta trattando con Ubs per liberarsi dei titoli greci che si avviano a diventare poco più che carta straccia.
La lettera dell’assessore Colozzi
In relazione all’articolo “i derivati del Pirellone” pubblicato dal Suo giornale in data 8 marzo 2012, terrei a precisare quanto segue.
Nel Sinking Fund del Bond Lombardia non sono presenti bond delle ferrovie polacche cosi come non si puo’ sostenere che Regione Lombardia si accolli solo i rischi mentre gli utili e i vantaggi sono quelli delle banche, oppure che si possa perdere l’80 cento del valore dei 153 milioni di Bond presenti nel Sinking Fund a seguito dell’operazione di “private sector involvement” in corso in questi giorni.
E’ infatti chiarissimo nel contratto sottoscritto da Regione Lombardia che l’unico rischio a carico della Regione e’ legato esclusivamente ad una dichiarazione di default dello Stato greco. E’ ovvio che in quel caso la svalutazione dei titoli ellenici colpirebbe la Regione come tutti gli Stati, tutte le banche e tutti i privati possessori di obbligazioni greche. L’accenno poi all’iniziativa della magistratura milanese e’ costruito in modo tale da insinuare un coinvolgimento di Regione Lombardia mentre nell’indagine si parlava di una truffa ai danni della Regione ipotizzando responsabilita’ a carico delle banche e dei loro consulenti. E’ inaccettabile che tutta l’operazione obbligazionaria sia definita un “pasticcio” di cui dovrebbe assumersi la responsabilita’ politica il presidente Formigoni. Al contrario, i referti della Corte dei Conti, che a piu’ riprese ha analizzato l’emissione, confermano che “Regione Lombardia ha realizzato un’operazione trasparente, rispettando tutte le regole e con tutte le autorizzazioni previste dalla legislazione vigente”.
La Corte, infatti, sottolinea che “sull’operazione posta in essere, il comportamento di Regione Lombardia appare improntato ad una sana e prudente gestione”. Una prudenza testimoniata dal fatto che la Regione “ha previsto la possibilita’ di investire solo in titoli di primari stati appartenenti all’Unione Europea, ovvero di alcune regioni italiane o della Germania e, da ultimo, di alcune societa’ quotate in borsa nelle quali lo Stato, al momento dell’emissione godeva di golden share”.
L’unica cosa inoppugnabile in questa vicenda e’ che, contrariamente a tante operazioni sui derivati avviate da enti pubblici italiani, fino ad oggi Regione Lombardia ha maturato un vantaggio nell’approvvigionamento del debito e non e’ si avventurata in nessuna speculazione o scommessa finanziaria per cercare di mettere toppe in bilanci claudicanti.
Un bilancio, il nostro, che ha ottenuto dall’agenzia Moody’s un rating superiore a quello dello Stato sovrano e migliore fra quelli di tutte le Regioni a statuto ordinario.
Cordialmente
L’assessore alle Finanze della Regione Lombardia
Romano Colozzi