A gennaio scorso l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce, rispetto a dicembre 2011, del 2,5%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l’indice scende dell’1,9% rispetto al trimestre immediatamente precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l’indice diminuisce in termini tendenziali del 5% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di gennaio 2011). A dirlo l’Istat. Si tratta del ribasso più consistente dal dicembre 2009. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a gennaio 2012 diminuzioni tendenziali per tutti i raggruppamenti principali di industrie. I cali più marcati riguardano l’energia (-5,9%) e i beni di consumo (-5,8%), ma diminuiscono in misura significativa anche i beni intermedi (-5,4%) e i beni strumentali (-4,2%). Rispetto a gennaio 2011, i settori caratterizzati da una crescita sono: l’attività estrattiva (+5,8%), la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+2,3%) e le industrie alimentari bevande e tabacco (+2%).
Tra i settori in calo quelli che registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono l’industria del legno, carta e stampa (-16,3%), le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-13,3%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (entrambi in calo dell’11,4%). A gennaio scorso l’indice destagionalizzato registra diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti: più accentuate per i beni strumentali (-4,3%) e per i beni di consumo (-3,2%), più contenute per i beni intermedi (-0,6%) e per l’energia (-0,1%). Gli indici corretti per gli effetti di calendario presentano, a gennaio 2012, diminuzioni tendenziali per tutti i raggruppamenti. Le diminuzioni più marcate riguardano il comparto dell’energia (-5,9%) e i beni di consumo (-5,8%), ma diminuiscono in misura significativa anche i beni intermedi (-5,4%) e i beni strumentali (-4,2%).
I maggiori contributi alla diminuzione tendenziale dell’indice generale (calcolato sui dati grezzi) vengono dalla componente dei beni intermedi (-0,9 punti percentuali) e da quella dell’energia (-0,6 punti percentuali). L’indice corretto per gli effetti di calendario segna, rispetto a gennaio 2011, incrementi nei settori dell’attività estrattiva (+5,8%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+2,3%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (+2%). Le diminuzioni maggiori riguardano – conclude l’Istat – i settori dell’industria del legno, carta e stampa (-16,3%), le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-13,3%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (entrambi -11,4%).
Ed anche il Centro Studi Confindustria stima una contrazione della produzione industriale dell’1% in febbraio su gennaio, quando c’era stato un calo del 2,5% rispetto al mese di dicembre. “L’arretramento di febbraio – si legge nell’Indagine rapida del CsC sulla produzione industriale – è accentuato dalle avverse condizioni meteorologiche e dal parziale blocco delle forniture di gas e conferma il quadro di profonda debolezza dell’industria italiana, aggravatosi in maniera significativa dal secondo trimestre dello scorso anno: dall’aprile del 2011, al di là delle oscillazioni congiunturali, l’attività è diminuita del 6,2% (-0,6% medio mensile). Si riduce al 5,4% il recupero dai minimi della recessione (marzo 2009) e scende al -22,1% la distanza dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008). Nel primo trimestre del 2012 la produzione ha una variazione congiunturale acquisita di -2,3%. Contrazioni si sono avute nel quarto (-2,1%) e nel terzo trimestre del 2011 (-0,8%, rivisto al ribasso dall’Istat dal precedente -0,4%). Le prospettive per i prossimi mesi, nelle valutazioni delle imprese, sono sfavorevoli: in febbraio i giudizi e le attese sugli ordini sono peggiorati e la componente nuovi ordini del Pmi manifatturiero segnala ancora una contrazione, pur se meno marcata rispetto a gennaio (46,4 da 44,8). Tutte le variazioni mensili sono calcolate sui dati corretti per il diverso numero di giornate lavorative e destagionalizzati.