L'ex ministro leghista: "Gli inglesi ci prendono per il c... Cosa ci sta a fare uno così?". E il capo della diplomazia: "Farebbe meglio ad occuparsi delle vicende interne alla Lega invece di distogliere l'attenzione parlando di vicende che non conosce"
Roberto Maroni che chiede le dimissioni del ministro degli Esteri chiedendosi “che ci sta a fare uno così alla Farnesina”. Giulio Terzi di Sant’Agata che risponde che l’ex ministro degli Interni “farebbe meglio ad occuparsi delle vicende interne della Lega invece di distogliere l’attenzione parlando di vicende che non conosce”. Il confronto si è acceso la morte di un ingegnere italiano durante un blitz inglese in Nigeria per liberare tre ostaggi.
Tutto era partito quando Roberto Maroni ha scritto sulla propria pagina facebook: “Dopo la figuraccia sui marò il governo, per nulla, autorevole dei professori si fa prendere per il c… dagli inglesi nella tragica vicenda dell’italiano ucciso in Nigeria”. E ha aggiunto: “Nessuno ci aveva informati del blitz, si lamenta il ministro degli Esteri Terzi, che intanto manda a scuola i figli con l’auto blu. Ma che ci sta a fare uno cosi’ alla Farnesina? Dimissioni subito!”. Dopo poco ha rincarato la dose: “Penso che si debba dimettere il ministro degli Esteri Terzi – incalza Maroni – dopo la figuraccia che ci ha fatto fare in India e dopo questa incredibile vicenda dell’italiano assassinato in Nigeria”. “A me sembra incredibile che il governo italiano – ha aggiunto l’ex ministro – non fosse informato di questo blitz, non è mai successo. Il ministro degli Esteri che non è informato di una cosa del genere di cosa si occupa?. E’ questa l’autorevolezza che abbiamo conquistato all’estero?”. Anzi, secondo Maroni, se ci fosse stato il ministro Franco Frattini “queste cose non sarebbero successe. Personalmente credo che se c’è uno che si deve dimettere è l’attuale ministro degli esteri” e non certo il ministro Andrea Riccardi, ha aggiunto l’ex ministro.
Lo stesso Frattini è intervenuto a gettare acqua sul fuoco: “Ora è il momento della prudenza – ha dichiarato – non bisogna mettere sulla croce questo o quel ministro. Bisogna capire cosa è successo, è il momento della pazienza, siamo in una fase particolarmente delicata, quindi non è il caso di parlare di mozioni o di sfiducie”. “Io non so come e quando si è mosso il governo – ha aggiunto Frattini – ma la regola quando c’è un blitz è che il governo del Paese interessato venga avvisato prima. Quando ero al governo noi siamo stati informati prima quattro volte, una volta non siamo stati d’accordo e il blitz non si è fatto”.
Alla fine è arrivata le risposte del ministro Terzi, dopo un incontro con i colleghi dell’Unione Europea. La prima replica è stata più diplomatica: “Faccio il ministro degli Esteri e svolgo questo ruolo in piena coscienza e con grande fermezza nell’interesse del Paese, lascio agli altri fare speculazioni e giochi politici che non mi competono”. La seconda meno: “Maroni farebbe meglio ad occuparsi delle vicende interne alla Lega e spieghi cosa sta accadendo a Milano, invece di distogliere l’attenzione parlando di vicende che non conosce”. “Lavoro quotidianamente – ha concluso – con il massimo impegno per difendere gli interessi degli italiani e del Paese”.
A Maroni è toccata la controreplica: “Mi pare molto grave questa affermazione, questa intimidazione del ministro Terzi nei miei confronti” ha detto a margine di un incontro politico a Belluno “forse non si è accorto essendo un tecnico che sono un membro del Parlamento”. “‘Ho chiesto semplicemente – ha sottolineato Maroni – di sapere come mai il governo italiano non sia riuscito ad evitare l’assassinio di un italiano che sapeva essere a rischio della vita e come mai il mondo ci prende in giro per la vicenda dei due marò”. “Essendo Terzi ministro degli Esteri – ha osservato Maroni – credo che abbia il dovere morale prima che politico di spiegare perchè il governo non riesce a risolvere una questione semplice come quella dei marò e, vista l’autorevolezza che ha conquistato nel mondo, soprattutto perchè gli inglesi non ci hanno avvisati. Perchè non siamo stati in grado di capire, di prevedere, cosa che sarebbe stato, prevedibilissimo, e cioè un’azione di forza per liberare l’italiano e perchè è andata a finire come è andata a finire”. Maroni ha terminato così confermando “dopo queste affermazioni la richiesta di dimissioni del ministro Terzi”.