Non è più, quindi, il momento di “scommettere contro l’Italia” per il direttore generale del Fmi Christine Lagarde che avverte i mercati di non puntare sul ribasso dei titoli italiani. Per Lagarde, infatti, “le misure del governo Monti potrebbero essere la luce in fondo al tunnel europeo”, che hanno portato a rimuovere i rischi di un’acutizzazione della crisi in Europa. Per il direttore generale dell’Fmi le prospettive del 2012 dono migliorate grazie ai “due super-Mario, che hanno lavorato insieme”. Lagarde si riferisce a Mario Draghi e Mario Monti e su quest’ultimo aggiunge: “ha dato all’Italia un senso di serietà, concentrazione e determinazione e ha portato il Paese fuori dalla depressione in cui si trovava”.
Intanto sono stati ufficializzati i dati sull’adesione al piano di concambio del debito pubblico della Grecia. Atene comunica che si sarebbe raggiunta quota 95,7%. I detentori di obbligazioni di diritto ellenico hanno offerto 152 miliardi di euro, pari all’85,8% del capitale, cui vanno aggiunti altri 20 miliardi di titoli di diritto estero. Il ministro delle Finanze greco Evanghelos Venizelos ha commentato: “La Grecia ha un’occasione storica dopo l’alto livello di partecipazione al piano di ristrutturazione del debito. Abbiamo fatto un grande passo verso la stabilizzazione, il consolidamento e la sostenibilità. Ora – aggiunge il ministro greco – aspettiamo la valutazione della troika” che dovrà stabilire se sono realizzate le condizioni per pagare la secondo maxi tranche da 130 miliardi di euro per Atene. Positivo anche il giudizio del ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble e di Nicolas Sarkozy per il quale il problema legato alla crisi della Grecia è risolto e, “finalmente nella crisi finanziaria si volta pagina”. E per il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker con il successo dello swap si sono create “le condizioni necessarie per dare l’ok al secondo piano di aiuti alla Grecia”. Ma nonostante le buone notizie provenienti da Atene restano piatte le borse europee, con Milano che segna perdite marginali.