Terza puntata della rubrica su dirigenti, calciatori, tifosi e giornalisti che popolano i campi polverosi delle serie minori. Questa settimana l'incredibile inseguimento in auto da parte di un dirigente ad un arbitro, il problema dello shampoo dei direttori di gara in un gruppo su Facebook e un esempio di telecronaca un po' troppo di parte
A CHI GIRANO I PALLONI – Il presidente smascherato e le gimkane dell’arbitro
Arrivano quasi tutte dalle serie minori del Lazio le chicche della giornata: a Massimiliano Doschi, dirigente di una squadra di Eccellenza, il Tuscania, non sono bastati partita e dopopartita per smaltire la rabbia nei confronti del direttore di gara, tanto che “mentre l’arbitro lasciava l’impianto sportivo – racconta il referto – il soggetto lo importunava e successivamente lo inseguiva con la propria autovettura costringendolo a manovre spericolate per evitare lo scontro”. Manovre spericolate, al limite dell’inverosimile, devono aver compiuto anche i due giocatori del Cerveteri, Bufacchi e Vecchiotto, squalificati per due gare dopo aver, secondo l’arbitro, colpito con una pallonata all’addome un calciatore avversario. Una pallonata in due, come in Holly e Benji. Facile che Bufacchi e Vecchiotto vengano acquistati dal Perugia.
Picchiare gli arbitri senza farsi riconoscere deve essere il sogno ricorrente per molti vulcanici presidenti: purtroppo, però, la troppa devozione dei propri tesserati può tradire, come è successo nelle Marche, per il presidente del Monte San Pietrangeli, squadra di seconda categoria, multata di 200 euro. Il motivo? Lo dice il referto: “Per aver permesso a fine gara ad un esagitato di entrare nel terreno di gioco per insultare e minacciare reiteratamente l’arbitro e per aver afferrato lo stesso per un braccio strattonandolo per poi spintonarlo facendogli perdere l’equilibrio. Dopo il rientro nello spogliatoio dell’arbitro il facinoroso reiterava negli insulti e nelle minacce all’arbitro. Nonostante il direttore di gara abbia richiesto il nominativo del soggetto, nessuno dei dirigenti e calciatori della squadra locale si premuravano di fornire il nominativo sostenendo di non conoscerlo benché alcuni tesserati della Soc. Monte S.Pietrangeli si rivolgessero all’esagitato con l’appellativo di ‘Presidente'”.
GOAL IN RETE – Lo shampoo degli arbitri
Se la precisione degli arbitri nello stilare i comunicati è tale da scrivere cose come “squalifica fino al 30 giugno per Del Mastro Antonio perché, a fine gara, lanciava all’arbitro, da una distanza di circa tre metri, dell’acqua contenuta in una borraccia d’acqua che lo attingeva alla schiena”, lo stesso sembra non essere in ambito extra professionale. Un gruppo su Facebook, infatti, descrive una curiosa abitudine dei fischietti italiani: quella di dimenticare lo shampoo negli spogliatoi. Abitudine talmente consolidata che, sempre nel gruppo, gli stessi arbitri raccontano che ormai, sicuri di trovare almeno un flacone di shampoo nello spogliatoio che li ospiterà, fanno a meno di portarselo da casa. Si spera che i tifosi e i dirigenti non vengano mai a conoscenza di questa “comunità dello shampoo”, altrimenti, visti i prevedibilissimi dispetti che ne potrebbero scaturire, meglio adottare un look alla Collina.
PENNE FUMANTI – Il concetto di spareggio
Difficile che gli aficionados del pallone sappiano cosa voglia dire un termine difficile come ‘spareggio’. Niente paura, ci pensa www.goalsicilia.it a spiegarlo: “Uno spareggio – scrivono nei ‘Top e flop della settimana’ – prevede una squadra che vince ed un’altra che difficilmente potrà raggiungere il suo obiettivo finale”. Sicuro? Obbligatoria almeno una visita settimanale a positanonews.it, perché perle come “Molto raggiante è mister Pagliari per la vittoria ottenuta”, o come “ma andiamo al costrutto, ossia le tre reti che hanno caratterizzato la gara del ‘Blasone’, nel quale i costieri non hanno mai vinto” non possono passare inosservate.
IL PERSONAGGIO DELLA SETTIMANA – Il palazzetto sita sul campo Coni
E’ impossibile descrivere in poche parole il telecronista-tifoso del Cus Avellino, squadra di calcio a 5. Voce alterata (si spera), termini inventati e critiche a go go per avversari e arbitri. Ogni telecronaca, e per fortuna su youtube ce ne sono tante, è da sentire e risentire. Chi non vorrebbe un mondiale di calcio raccontato così (guarda il video)?