Il 9 marzo 2012 verso le 19 in una palestra di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, un ragazzo cade procurandosi una ferita lacero-contusa alla base del naso ed al labbro inferiore. Arriva un’ambulanza dell’Avis di Cologno Monzese. Non pare ci siano particolari problemi di vita. Il capo-equipaggio decide di trasportare il ferito all’ospedale San Raffaele dove viene accettato al Pronto Soccorso in codice verde (poco critico, assenza di rischi evolutivi, prestazioni differibili).

Attende oltre 4 ore per eseguire esami ematochimici, elettroencefalogramma, TAC e due suture. Ma a Sesto San Giovanni esiste un ospedale con Pronto Soccorso raggiungibile in 3 minuti per un percorso di 980 metri!

Ma può essere che il responsabile del soccorso abbia avuto timore delle “gravi condizioni” del ragazzo, allora avrebbe potuto trasportarlo al più grande ospedale milanese, Niguarda, che può raggiungere in 13 minuti per un percorso di 5,8 km. Invece no. “Incurante del pericolo” decide che l’ospedale, privato accreditato con il sistema sanitario nazionale, che meglio risponde alle esigenze del caso possa essere il San Raffaele che raggiunge in 13 minuti per un percorso di 6,4 km!

Ci sarà un motivo perché l’ambulanza ha raggiunto l’ospedale più distante? E’ questione di pronto soccorso o di pronto guadagno?

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