Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani

“Tre priorità: lavoro, lavoro, lavoro”. “Lo scoprono quando c’è da parlare di corruzione”. E’ il botta e risposta tra il segretario del Pdl Angelino Alfano e quello del Pd Pierluigi Bersani, che parla di “campagna elettorale”.

Alfano è intervenuto ad Orvieto, alla scuola di formazione del partito: “Noi suggeriremo al governo e lo faremo dall’alto dei nostri numeri e della nostra forza parlamentare tre priorità: lavoro, lavoro, lavoro. Questo significa dire sostegno alle imprese, riforma del mercato del lavoro e pensare agli imprenditori del Nord che rischiano di chiudere le imprese perchè le banche chiudono il credito”. “Il Pdl ha ancora oggi la ricetta giusta per il nostro Paese, in campo economico e sul piano sociale. Nei mesi che verranno dobbiamo avere una sola bussola che è la stessa che avevamo anche prima: cioè solo ciò che serve al Paese”. Una volta incassata la riforma del lavoro, Alfano indica una seconda priorità: “La giustizia sociale e l’equità”.

La replica del segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani arriva su Twitter: “Sentendo i toni di Alfano chiedo se siamo già in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare”. “Quando c’è da parlare di corruzione, di frequenze tv scoprono anche il lavoro… – ironizza – Questa settimana è il lavoro poi vediamo la prossima cosa succede”. Bersani ha parlato di lavoro a una conferenza dei Giovani Democratici sul precariato. Il tavolo tra governo e parti sociali sul lavoro “serve perchè dobbiamo darci una regolata e questo non vuol dire tornare ad antiche regolazioni. Noi abbiamo bisogno di una nuova regolazione”. ”Sbrogliamo questa cosa del lavoro – ha aggiunto – e facciamolo con un accordo: se il tavolo del lavoro fallisce, stavolta non è come fossimo ai tempi di Sacconi e compagni, non funziona così. Stavolta è un liberi tutti, non è uno che si alza e se ne va. Ci vuole un accordo sul lavoro e subito pensare a come dare un po’ stimoli all’economia”.

Il segretario del Pd è tornato a chiudere sulla riforma dell’articolo 18 così come prospettata da più parti, pur non escludendo aggiustamenti. “Ho sentito un sacco di imprenditori che anche pubblicamente hanno detto che l’articolo 18 non è un problema, ma non stanno a sentire neanche gli imprenditori” ha detto Bersani a una conferenza sul precariato. L’articolo 18 non può essere “lo straccio simbolico su cui dire quale sarà la direzione di marcia, se a ri-regolare o a de-regolare”. Poi, quando sarà finito il percorso, “si potrà fare una manutenzione dell’articolo 18 e penso che le forze sociali siano disponibili, ma non mettiamo in moto obiettivi che non avrebbero senso e non ci porterebbero a niente di buono”.

La giornata si è aperta, sul tema della riforma del lavoro, con la polemica riflessione del segretario della Cisl Raffaele Bonanni. “Spero che il governo – ha scritto Bonanni su Twitter – voglia un accordo innovativo ed equilibrato e non fornisca alibi o dia stura a chi minaccia o rincorre tensioni sociali. La Cisl farà la sua parte”. Una frase che sembra essere una risposta a Susanna Camusso, segretario Cgil, che da New York ha paventato la possibilità di tensioni sociali nel caso in cui il governo cerchi licenziamenti facili. Al segretario della Cgil ha dato ragione il collega dell’Ugl Giovanni Centrella: ”Se si continua apensare di fare riforme senza soldi, riforme che penalizzano i cittadini italiani, le tensioni sociali non solo aumenteranno, ma credo che saranno anche molto forti. Come si fa a non essere d’accordo su quello che ha detto il segretario della Cgil?”.

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