Risparmiati 62 milioni di euro. La struttura avrà 27 agenti di polizia e sarà una sezione della Dia di Firenze
Dopo due mesi e mezzo di ricerche ecco finalmente l’assegnazione di una sede di 536 metri quadrati. La decisione rientra nel patto per Bologna sicura firmato il 17 febbraio scorso dal sindaco e dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, la stessa che nel dicembre 2011 fece un regalo natalizio alla città con la decisione presa nel corso della riunione del Comitato Nazionale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica al Viminale, di istituire una sede della Direzione investigativa antimafia a Bologna.
Il patto firmato prevede anche l’arrivo di 27 nuovi agenti di polizia. Ma soprattutto l’assegnazione della sede è gratuita, con un risparmio di circa 62 mila euro all’anno. Sarà comunque il ministero a finanziare i lavori per l’adeguamento dei locali.
Inizialmente si era parlato di collocare gli uffici Dia in via Barontini, dove attualmente si trovano gli uffici dei giudici di pace. Ma avrebbe portato qualche problema, con la sottrazione di troppo spazio ai giudici. Così si è arrivati all’accordo per via Battistelli.
La Dia con competenza sull’Emilia Romagna sarà però una sezione, un’articolazione cioè della Dia di Firenze, ma con una struttura autonoma. Inizialmente sarà composta da circa dieci persone (ancora da selezionare), scelte tra le diverse forze dell’ordine, per arrivare a 27 uomini. Inoltre dovrà essere indicato, oltre ai componenti, anche l’ufficiale che guiderà la Dia, scelto tra le diverse forze dell’ordine: polizia, carabinieri, guardia di finanza.
La Direzione investigativa antimafia è certamente un tassello utile per la lotta alla criminalità organizzata in regione. Una regione che, grazie alle indagini dei magistrati, giorno dopo giorno mostra con evidenza quanto la mafia stia traendo giovamento e ricchezza da queste terre. E quanto, di conseguenza, sia necessario combattere le associazioni mafiose, con vigore e costanza.
La sezione, che sarà operativa a breve, oltre ad avere una certa importanza investigativa, ha anche il significato simbolico di riconoscere ufficialmente la presenza di infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna e della necessità di contrastarle con tutti i mezzi possibili.
A Bologna è già presente la Dda. La Direzione Distrettuale Antimafia è composta da magistrati ed è istituita presso le Procure della Repubblica dei 26 capoluoghi di distretto di Corte d’appello. Un gruppo di pm, quindi, che lavora su notizie di reato nell’ambito delle infiltrazioni mafiose. Ma ora, con l’introduzione della Dia, il vero volto investigativo della Dda, sarà possibile fare ricerche sui reati che spesso vengono scoperti da Direzioni Investigative antimafia del Sud. Un serbatoio di ricerca di illeciti e di osservazione, attraverso relazioni.