Una rondine non farà primavera, però sarebbe poco poetico non indicarla nel cielo.
E’ un po’ questo l’effetto che ha avuto su di me la recente dichiarazione all’Ansa dell’onorevole di Fli Flavia Perina, che rispondendo al delirio lepenista del segretario con i fili del Pdl su aborto, coppie di fatto e diritti civili, ha dichiarato (copio dalla pagina Facebook di Perina): «In nessun Paese europeo un leader del centrodestra userebbe sul tema dei gay, della famiglia, del fine vita e della maternità le espressioni e la rozzezza ideologica utilizzata dal segretario del Pdl Angelino Alfano. In Germania, come in Francia o in Inghilterra – osserva Perina – questo tipo di posizioni sono tipiche delle formazioni politiche estremiste. E tutti questi Paesi, governati dal centrodestra, hanno buone leggi sulle unioni civili che né la Merkel, né Sarkozy, né Cameron si sognano di mettere in discussione. Quanto alla retorica sulla maternità bisognerebbe dargli contenuti con una seria riflessione sui problemi delle moltissime donne che crescono i loro figli da sole e che sono quelle – conclude – che pagano il prezzo più alto della crisi».
Mi piacerebbe tanto credere di avere una minima responsabilità per questa dichiarazione dell’on. Perina, nata da una provocazione sulla mia bacheca Facebook. Riprendevo la dichiarazione lepenista di Alfano e chiamavo in causa Perina, commentando che quelle di Alfano sono le posizioni dell’ultradestra filonazi, in Europa, non certo le posizioni della destra liberale cui l’on. Perina oggi si rifà. Naturalmente le cose non stanno così e l’on. Perina non fa certo dichiarazioni politiche per soddisfare me o chiunque altro. Dice le cose che, in tutta probabilità, pensa da tempo: sappiamo che nel Movimento Sociale Italiano, dove l’on. Perina si è formata, c’erano molte donne che negli anni Settanta sui temi cosiddetti etici e di libertà andavano a firmare per i referenda radicali su aborto e divorzio, e anche a votare per posizioni laiche e progressiste, con buona pace della Dc, di Assunta Almirante con i suoi saluti romani “igienici” e della piccola, piccolissima Giorgia Meloni.
E’ probabilmente da qui che parte l’on Perina, quando aggiunge, sempre sulla bacheca del vostro reporter: “Non riesco a essere ironica sui diritti delle persone. E la retorica sulla maternità mi rende furiosa: centinaia di migliaia di madri crescono i loro figli da sole, senza aiuti di Stato, con lavori di merda e paghe da terzo mondo. Dovrebbero pure sentirsi colpevolizzate perché non sono ‘famiglia’? Scusate lo sfogo.” L’on. Perina è forse pronta per aderire al Pd, e venire pure vista come una “sinistra” al suo interno? Perina la vede in modo diverso: “I problemi nati dopo il ‘900 (dal tema delle coppie di fatto alla libertà della rete) non possono essere affrontati con categorie ideologiche che neanche potevano immaginarli.”
Non la pensa interamente così Lorenzo Vantaggiato, dirigente nazionale del Nuovo Partito d’Azione: “Corre voce che nel 2013 Pd (+ e meno elle), Fli e Udc debbano correre insieme. Quindi [Perina] sta benissimo dov’è. Quella delle categorie ideologiche è una comoda scusa per smarcarsi da qualunque legame con la sinistra storica (non necessariamente marxista-leninista) e non affrontare questioni fondamentali per la società intesa come tale. Il Pd dal 1989 non fa altro che rigenerarsi sul nulla, aspirando solo al potere ma senza prendere una posizione che lo qualifichi chiaramente come partito di sinistra.” La cosa significativa è che la dichiarazione dell’esponente del NPd’A veniva in coda al dibattito originato dall’on. Perina, dunque, per alcuni, Perina deve già rispondere delle contraddizioni del Partito democratico…