In primo grado il tribunale gli aveva inflitto 2 anni di detenzione e una sanzione di 65 mila euro. La Corte di Milano gli ha ridotto la pena ma lo ha giudicato colpevole di accordo interpositorio: nel 2005 avrebbe fatto acquistare all'imprenditore Mezzaroma azioni del club 'biancoceleste' per suo conto
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore generale, Felice Isnardi, tra il presidente biancoceleste e il costruttore Mezzaroma, entrambi accusati di aggiotaggio manipolativo e informativo e ostacolo agli organi di vigilanza, ci sarebbe stato un accordo occulto per evitare il lancio dell’offerta pubblica d’acquisto sui titoli della società. I due, infatti, avrebbero messo in piedi un accordo ‘interpositorio’ che il 30 giugno 2005 portò l’imprenditore Mezzaroma ad acquistare il 14,6% di azioni della Lazio, per conto di Lotito. In tal modo il patron della Lazio non sarebbe figurato come reale titolare del pacchetto azionario, altrimenti, per legge, avrebbe dovuto lanciare l’Opa, in quanto aveva sforato il possesso del 30% delle quote. Sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, in questo modo Lotito e Mezzaroma avrebbero fornito “una rappresentazione ingannevole al mercato, occultando un accordo e la vera identità del titolare delle azioni”. Nella sua requisitoria il sostituto Pg aveva spiegato che Lotito “era a conoscenza dell’obbligo di Opa ed era stato informato dal suo commercialista”. Le motivazioni dei giudici d’appello verranno depositate entro quindici giorni.