Il segretario del Pd: "Con i veti incrociati il governo rischia di rimanere paralizzato". La replica dal Pdl: "Chi è più responsabile: chi vuole parlare di economia o chi si appassiona alle poltrone Rai?""
In vista del vertice con il presidente del Consiglio Mario Monti in programma giovedì sera i segretari dei due partiti principali continuano a confrontarsi a distanza, in particolare su tre temi: lavoro, giustizia e Rai. Secondo Alfano gli ultimi due non sono fondamentali, secondo Bersani devono restare nell’agenda dell’azione di governo, appoggiata dalle forze di maggioranza. Alfano e il Pdl insistono sulla priorità del lavoro e Bersani che sorride: “Lasciamo stare Alfano, capo della classe operaia…”.
A dire il vero ad iniziare è stato il segretario del Pd Pierluigi Bersani che avverte: “Se si continua con i veti incrociati, il governo va poco lontano”. “Non ho intenzione di litigare – prosegue – ma se i veti sono reciproci il Governo risulterebbe paralizzato. Alfano non può non considerare questo” ha aggiunto.
”Sento dire – ha continuato – che sale la tensione tra i partiti che sostengono Monti. Noi non abbiamo sollevato questioni ma dal Pdl e Alfano si sono alzate preclusioni e veti e si sono esasperati i toni e fatto saltare un vertice. Noi non abbiamo fatto nulla e per litigare bisogna essere in due” e Bersani non ha “intenzione di accendere fuochi”. Un concetto espresso già nei giorni scorsi in un serrato botta e risposta con Angelino Alfano.
Bersani ha anche espresso “soddisfazione” per la decisione di Monti di convocare un nuovo vertice con i segretari dei tre partiti che sostengono il governo. “Si era sparsa la voce di incontri bilaterali che avrebbero significato ripartire da zero nei rapporti e non ci sembrava utile – spiega Bersani – Siamo contenti e soddisfatti che la decisione del governo sia diversa e che si possa parlare di tutto”.
E però il segretario del Pd spiega che quello della giustizia è “un tema da riprendere”. Il prossimo 30 marzo, a Roma, la conferenza nazionale sulla giustizia. “Ricordo una intervista di Alfano che diceva di aprire il cantiere della giustizia, in seguito a cose che ho detto anche io – ha spiegato il leader del Pd – Poi, dopo la prima curva non da poco, sulla corruzione, pare che non se ne possa più parlare. Noi non possiamo essere d’accordo, il governo ci dirà come intende procedere”.
Infine la Rai. ”Ho visto che Cicchitto dice che la ‘Gasparri’ non si cambia. Da due millenni di democrazia è la prima legge scritta sul bronzo che non si può toccare” ironizza Bersani. “Se non si vuole cambiare – sostiene – capisco ma smettiamola di dire che non si può cambiare. Esiste un potere legislativo che può cambiarla se si vuole, altrimenti ci si prende la responsabilità”.
Su questo e su altro risponde Angelino Alfano. Il segretario del Pdl riparte da quell’ “irresponsabile” ricevuto ieri proprio da Bersani: “Secondo voi è più responsabile chi vuole parlare di lavoro e di accesso al credito – chiede Alfano – o chi in questo momento vuole parlare di poltrone Rai e di questioni giustizia?”. Tant’è vero, continua, che “questo governo non ci sarebbe se noi non lo avessimo voluto: avevamo la possibilità di non fare nascere il governo Monti”.
“Abbiamo chiesto che al primo posto ci fosse il lavoro. Quindi bene l’agenda Monti. Se faremo in tempo ci occuperemo di Rai e giustizia. Se qualcuno vorrà occuparsene se ne occuperà” ha dichiarato Alfano. “Il tema vero in Italia in un momento di emergenza – ha aggiunto – sono le priorità e per noi la priorità sono il lavoro e l’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Per questo motivo noi domani al presidente dell’Abi Mussari porremo delle questioni ben precise. Siamo dell’idea che le banche italiane non possano ricevere 139 miliardi di euro dalla Bce e riceverli all’1 per cento senza che i cittadini ne abbiano alcun benefici. Per noi è una questione centrale. Noi vogliamo parlare di lavoro e di accesso al credito per le famiglie e per i cittadini che devono essere aiutati in un momento di crisi”.
Sull’urgenza della discussione sulla giustizia Alfano sostiene che “noi per tre anni e mezzo abbiamo affrontato anche i temi della giustizia e delle leggi antimafia, della riforma della giustizia civile e di una serie di cose che non sono ancora state approvate. Quindi rileviamo il paradosso di un Bersani – è la provocazione del segretario del Pdl – che per tre anni e mezzo ci ha detto che i problemi del Paese erano altri e oggi che vi è un governo che si deve occupare di economia il Pd, che dovrebbe essere il partito a tutela del lavoro e dei lavoratori vuole parlare di giustizia ed è particolarmente appassionato al tema Rai”. “Quando e se si dovesse parlare di giustizia – chiarisce – il nostro menù è abbastanza ampio: vi è il ddl anticorruzione che è a firma del governo Berlusconi e mio, ci sono le intercettazioni e il giusto processo, la riforma della giustizia e la responsabilità civile dei magistrati. Ed è il motivo per cui io ho proposto che giovedì una sessione sulla giustizia”.