A Bruxelles in tarda serata è stata data alle fiamme una moschea sciita. L’imam, un uomo di 47 anni, è rimasto ucciso per asfissia provocata dal fumo nel tentativo disperato di spegnere le fiamme. Altri due i feriti non gravi. L’attentatore, un uomo sulla trentina a quanto pare di fede musulmana, è stato bloccato dai fedeli che si trovavano nella moschea e subito arrestato dalla polizia. Il processo si annuncia per direttissima. Altri due, secondo i testimoni, i complici.

Erano le 18.30 quando un uomo è entrato nella moschea armato di ascia e di due taniche di benzina. Dopo aver sparso il liquido infiammabile e rotto alcune finestre con l’arma per permettere una più rapida propagazione delle fiamme, ha dato fuoco all’edificio. I fedeli presenti si sono scagliati sull’attentatore riuscendo a immobilizzarlo, ma le fiamme erano ormai divampate. Il primo ferito è stato portato in salvo alle 18.45 mentre l’imam è rimasto dentro a cercare di arginare l’incendio. Alle 19.30 è stato portato fuori ormai senza vita, deceduto per intossicazione.

Completamente distrutta la moschea sciita “Rida” nel comune di Anderlecht, uno dei 19 comuni che formano la Regione di Bruxelles Capitale, a più alta densità di popolazione di fede musulmana. E non è la prima volta che questa moschea si è trovata al centro di un attentato. Era già capitato nel 2007. “Il centro islamico Rida, il più importante fra i quattro della regione, era già stato messo sotto la protezione della polizia”, riferisce Isabelle Praile, vice presidente sciita dell’Esecutivo musulmano in Belgio. Praile punta il dito contro “gli estremisti salafiti” attivi nella regione, ai quali già si imputa l’organizzazione dell’attentato del 2007.

La tensione tra le varie anime musulmane a Bruxelles, infatti, si sente eccome. Sciiti e sunniti della regione rispecchiano le divisioni che insanguinano lo scacchiere medio orientale. “Da quanto ne so, uno dei giovani aggressori avrebbe evocato la situazione in Siria (popolazione a maggioranza sunnita e vertici del governo alauiti, un ramo degli sciiti, ndr) per giustificare l’incendio”, spiega la Praile. “Non posso che deplorare la propaganda anti sciita che veicolano in Belgio alcuni Stati come il Bahrein. E’ evidente che tutto questo spinga alcuni estremisti a commettere l’irreparabile. Invito la comunità sciita belga alla calma: non bisogna cadere nella trappola di questa provocazione”.

La comunità araba di religione musulmana a Bruxelles è in espansione da anni. Secondo un recente studio del “Centre de recherche et d’information sociopolitique” Crisp (Centro di Ricerca ed informazione sociopolitica), nelle scuole pubbliche primarie e secondarie aumentano gli studenti che scelgono proprio l’ora di religione musulmana, ormai superiore a quella cattolica (43 contro 23 per cento). Una percentuale rilevante anche se va precisato che lo studio prende in considerazione solo le scuole pubbliche, ovvero gli istituti scolastici dove è possibile scegliere a quale corso di religione iscrivere il proprio figlio (nelle scuole cosiddette “libre subventionné”, ovvero private ma finanziate anche con soldi pubblici, questa scelta non è permessa e si studia solo il cattolicesimo). Ma il risultato non cambia di molto. Stime nazionali ufficiali (Statbel.be) dicono che su 1 milione e 90mila abitanti ben 327mila sono stranieri (cifra che include anche europei non belgi).

Le autorità sono costernate per l’attentato. Il sindaco di Anderlecht, Vincent Van Goidsenhoven, potrebbe autorizzare una marcia bianca domenica prossima aperta a tutte le comunità religiose della regione (sciita, sunnita e turca). Il ministro degli Interni, Joëlle Milquet, si è detta “scioccata” e ha condannato l’accaduto con “fermezza e indignazione”.

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