La xenofobia della Lega Nord? Il razzismo? A volte è stata solo tutta scena. Il Carroccio in passato “ci ha marciato”, con l’obiettivo di “raggiungere consensi”. Ad affermarlo è stato l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, rispondendo, durante una lezione di giornalismo all’Università dell’Insubria di Varese, alla domanda di uno studente su alcune dichiarazioni dell’europarlamentare Mario Borghezio e di altri esponenti del partito.
“Non dico che la Lega abbia sempre lanciato messaggi non equivoci – ha sottolineato Maroni – e a volte qualcuno di noi ha esagerato ed è stato malinteso”. Secondo Maroni “anche nella Lega ci sono i ‘baluba’, quelli con la barba verde e le corna”. “Fanno parte della pancia – ha aggiunto – ma nel nostro movimento c’è anche il cervello e il cuore. Il mio obiettivo è quello di correggere i pregiudizi neiconfronti della Lega, perchè difendere la propria identità territoriale non significa essere razzisti”. Rispondendo a un’altra domanda degli studenti ha detto che “la Lega è un partito democratico, ma come in ogni organizzazione complessa c’è un capo che comanda”.
Quindi “chi ritiene di subire decisioni che non condivide o esce o viene cacciato” e “ultimamente prevale più la seconda strada che la prima”. “Anche a me è capitato di prendere strigliate – ha concluso – perchè quando penso che una cosa è sbagliata lo dico accettando le conseguenze”.
La fase due della Lega insomma pare iniziata. Anche perché oltre all’autocritica su alcune posizioni razziste Maroni ha anche rilanciato il pieno sostegno al sindaco di Verona, Flavio Tosi, nell’occhio del ciclone da tempo nel suo partito.
Ma la sorta di ‘mea culpa’ sul passato non solleva le forze politiche, anzi. “Ammettere di aver lucrato voti su razzismo e xenofobia è di una gravità estrema, soprattutto se lo fa l’ex ministro dell’Interno” dice l’Idv, alla quale fa eco il Pd: “E’ del tutto inutile che provino a rifarsi la pelle: sono e restano un partito razzista”.