Il peso delle tasse punta a superare il 45% “un livello che ha pochi confronti nel mondo”. Lo afferma il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino. “Il nostro sistema è disegnato in modo da far gravare un carico sui contribuenti fedeli eccessivo”. A ciò bisogna aggiungere che l’evasione fiscale è pari al 10%-12% del pil; di conseguenza sui contribuenti fedeli grava un carico tributario “sicuramente eccessivo”. Eppure, secondo Giampaolini, la lotta all’evasione fiscale ha già dato risultati positivi. Secondo quanto previsto dalle recenti manovre (2006-2011) ammontano a 73 miliardi di euro con un’incidenza del 35,5% sul totale delle maggiori entrate complessive nette. La magistratura contabile osserva quindi che è necessario verificare la realizzazione a consuntivo degli obiettivi fissati; tuttavia gli spazi di possibile recupero, sottolinea Giampaolino, “non si esauriscono tenuto conto della, purtroppo, perdurante ampiezza del fenomeno che impone una rafforzata azione di contrasto”.
Le manovre di aggiustamento 2011 “sulla spinte dell’emergenza” hanno operato “soprattutto sul lato dell’aumento della pressione fiscale piuttosto che, come sarebbe stato desiderabile, dal lato della riduzione della spesa”. Secondo Giampaolino, “una volta attenuatesi le condizioni di emergenza per poter aprire lo spazio ad una riduzione della pressione fiscale che aiuti il rilancio dell’economia ma non comprometta l’equilibrio di bilancio è necessario lavorare con tenacia e determinazione alla riduzione della spesa. Salvaguardando per quanto possibile quella sua parte che ha effetti benefici sulla propensione alla crescita”, ha aggiunto durante l’audizione a Montecitorio.
”Scartato” dato l’elevato livello raggiunto un aumento del prelievo ed essendo “impraticabile” una riduzione dello stesso per crescere resta solo “una redistribuzione del carico impositivo”, secondo il presidente della Corte dei Conti che sottolinea come ci sia “una distribuzione del prelievo che penalizza i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e dei patrimoni, una dimensione dell’evasione fiscale che colloca il nostro paese ai vertici delle graduatorie europee”.
Il proposito di destinare a copertura degli equilibri di bilancio una quota crescente di gettito da recuperare dalla riduzione delle agevolazioni (fiscali) “non è stato accantonato”, ha proseguito Giampaolino ricordando che è stata “ridimensionata l’urgenza” del taglio “avendo voluto eliminare, con l’aumento dell’aliquota Iva, ogni incertezza intorno al completamento della manovra estiva”.