Francesco Pizzetti presenta il bilancio di sette anni di attività dell'Authority e attacca frontalmente il nuovo corso nella lotta all'evasione e ai privilegi. "Una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto". La richiesta di una "legge equilibrata" sulle intercettazioni telefoniche
Le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali rappresentano “strappi forti allo Stato di diritto”. A dirlo è il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, che definisce il momento attuale “una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto”, altrimenti “lo spread fra democrazia italiana e occidentali crescerebbe”. Pizzetti è intervenuto alla presentazione del volume “Sette anni di protezione dei dati in Italia”, un bilancio del lavoro del lavoro dell’Authority.
Pizzetti chiama in causa il decreto “Salva-Italia” del governo guidato da Mario Monti: “Finora, noi potevamo assicurare alle imprese e alle persone giuridiche un alto livello di protezione. Oggi tutto questo non è più possibile”, in seguito all’“errore” contenuto nel decreto che riduce l’applicabilità del codice per la privacy.
Riguardo ai controlli fiscali, secondo il garante ”è proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli”, mentre “è proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori”. La lotta all’evasione va fatta, sostiene Pizzetti, ma preoccupa “la richiesta sempre più massiccia da parte delle strutture pubbliche che combattono la lotta all’evasione o le illiceità nei settori della previdenza e dell’assistenza sociale, di poter accedere ai dati personali dei cittadini”. Anche “indipendentemente da ogni indagine, sia pure solo preliminare, nei confronti degli interessati”.
Pizzetti ha affermato di avere sentito “il bisogno di lanciare questo monito” perché “vediamo che è in atto, a ogni livello dell’amministrazione, e specialmente in ambito locale, una spinta al controllo e all’acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno”. A questo si aggiunge il fenomeno dell’”amministrazione digitale” e “una concezione potenzialmente illimitata dell’open data”, accompagnati “dall’invocazione della trasparenza declinata come diritto di ogni cittadino di conoscere tutto”.
L’insieme di queste tendenze, ha concluso il Garante della privacy, “può condurre a fenomeni di controllo sociale di dimensioni spaventose”.
Pizzetti ha parlato anche di interecettazioni telefoniche, “strumenti essenziali per la giustizia”, ma “spetta al legislatore definire per quali tipi di indagini essi siano utilizzabili”. E sopratutto, il legislatore “può regolare quando e in che modo” i contenuti “possono essere comunicati alla stampa o da questa essere conoscibili”. Il garante chiede quindi una nuova “legge equilibrata” in materia.