Siamo tornati indietro di diciotto anni, a quando Berlusconi scese in campo per salvare le sue aziende e non finire in galera. Si susseguono infatti le prove del fatto che il Cavaliere, malgrado le dimissioni, continui a comandare. Alfano sfila dall’agenda del governo la Rai e la giustizia. E Monti prima accetta, poi abbozza una reazione della quale, dubbiosi, attendiamo gli sviluppi.
La condanna di Dell’Utri viene annullata in Cassazione, con il procuratore generale Jacoviello che demolisce il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Napolitano tace.
Cè spread e spread
Siamo stati presi in giro.
Alla faccia del ritiro
dell’ignobile caimano,
col governo bocconiano
che fa il bene del Paese!
Perché è sempre il vecchio arnese
che, checché ne dica il Colle
per tranquillizzar le folle,
fa valere la sua legge
che ogni malandrin protegge.
Par non basti inorridire
per aver sentito il Sire
affermar che Mario Monti
sta salvando i nostri conti
con il suo vecchio programma
poiché non lo ferma il dramma
di Tremonti e di Gianfranco
che boicottano al suo fianco.
Par non basti lo stupore
di sentir che il mentitore
vuole fare le riforme
e modificar le norme
della legge elettorale
con la coppia micidiale
di Bersani e di Casini,
due modesti burattini
disponibili agli inciuci
pur se fanno i visi truci.
Or dobbiam sentire Alfano
che strapazza il bocconiano
sulla Rai e la corruzione:
“Eh no, caro Capoccione
guarda che ti sei distratto!
Non fan parte del contratto
né la Rai né la giustizia.
Te lo dico in amicizia,
prima di farti cadere.
Gratis devi farci avere
le frequenze che un lacché
ha promesso all’ex premier.
Bada di non fare guai
coi problemi della Rai.
E sull’anti corruzione
l’immediato stop si impone
al ministro Severino“.
Cosi proclamò Angelino
per mostrar che il quid ce l’ha
e comanda quello là.
Domandiamo al Presidente,
del governo il propellente:
“Signor Capo dello Stato,
che contratto ha stipulato
per far fuori il Capellone?
Rai, frequenze e corruzione
sono soldi e sono molti.
Gli italian non sono stolti
od, almen, non lo son tutti:
certo i tempi sono brutti,
ma è il più ignobile dei trucchi
abbassar lo spread coi crucchi
e far sì che sia aumentato
quello fra popolo e Stato.
Presidente, abbiam capito
che il caiman non è sparito,
ma comanda ed a bacchetta.
Un post scriptum ci permetta.
Può un illustre magistrato
di una legge dello Stato
proclamar l’inconsistenza?
Iacoviello, l’Eccellenza
che ci par suo subalterno,
può dir che il concorso esterno
in associazion mafiosa
non esiste? Vergognosa
sembrerebbe l’opinione,
contro la Costituzione.
Consci della sua saggezza,
aspettiam la sua carezza
sull’incauto Iacoviello.
Se il suo intento non è quello,
prenda nota quanto meno
che lo spread sal senza freno
pur fra un vecchio Presidente
e l’Italia sofferente“.