Si tratta di Giulio Agretti, un giovane dirigente in giacca e cravatta, che lunedì è finito nella rete dei carabinieri di Busto Arsizio con la pesante accusa di estorsione continuata. L’arresto è stato convalidato dal tribunale di Milano, che ha concesso i domiciliari all’uomo. A sollevare il caso è stata la denuncia di un imprenditore della provincia di Varese, cliente di lungo corso dell’istituto di credito, che dall’avvento del nuovo direttore è finito in un vortice di richieste e minacce, trovandosi costretto a elargire doni e somme di denaro pur di mantenere in essere i necessari sostegni della banca alle sue attività imprenditoriali, specialmente in questo momento di crisi, in cui la stretta creditizia sta giocando un ruolo capestro nei confronti di tanti piccoli imprenditori.
Nei giorni scorsi il direttore ha dato appuntamento all’imprenditore per farsi consegnare mille euro. La somma sarebbe servita per facilitare l’erogazione di un mutuo da 40 mila euro, necessario per la ristrutturazione del ristorante del fratello della vittima. I due si sono incontrati all’esterno della banca, sull’auto dell’imprenditore. Dopo aver fatto un giro dell’isolato Agretti si è fatto consegnare le banconote ed ha fatto ritorno verso la sede della filiale dove, però, ad attenderlo c’erano i carabinieri. Alla richiesta di spiegazioni su quella somma di denaro che aveva in tasca il direttore ha provato ad accampare scuse e si è giustificato dicendo che quei soldi glieli aveva dati un cliente affinché li depositasse sul conto corrente, per evitare code allo sportello, una sorta di cortesia riservata ai correntisti migliori. Ovviamente le sue parole non hanno convinto i militari dell’Arma, che erano stati informati su quello che stava accadendo.
Si è trattato solo dell’ultimo di una lunga serie di episodi. Nell’arco di un anno l’imprenditore varesino ha raccontato di essersi visto costretto a fare diversi regali al direttore della sua banca. La scorsa estate gli avrebbe venduto la propria Jeep Commander a metà del prezzo di mercato (10 mila euro al posto di 20 mila), per evitare di ritrovarsi con degli assegni scoperti. Dopo un mese avrebbe pagato altri 1500 euro per riparare un guasto al cambio della macchina. Alcune settimane dopo sarebbe avvenuto un altro pagamento da 2000 euro, un abbondante extra per aver ottenuto un prestito necessario all’acquisto di apparecchiature da ristorante. Addirittura il direttore in un’occasione avrebbe avuto da ridire su uno dei regali ricevuti. La vittima ha raccontato che per sbrigare una pratica di leasing gli sarebbe stato chiesto un televisore 3D, lui ha comprato un televisore Hd al plasma (di cui conserva fattura), poi effettivamente trovato a casa di Agretti. Ora le indagini dei carabinieri stanno continuando, non è infatti escluso che possano esserci altre vittime.