Misfatto

Avanti qualunquismo, alla riscossa

Il qualunquismo è quasi sempre un errore che somiglia ad un peccato. Semplificare, banalizzare, generalizzare non ha quasi mai nulla a che vedere con la verità, anche se assicura quel consenso da bar sul quale si sono costruite tante fortune politiche. Ma anche Cristo, che era quello che era, intimava di non indurre in tentazione.

Non vorremmo essere qualunquisti ma se, per dire, uno ci parla di Bce la tentazione viene. La Banca Centrale Europea è finanziata dai Paesi membri della Ue. Uno dice: bene, quando uno di questi Paesi è in difficoltà, la Bce lo può aiutare. E no, sarebbe così semplice da essere capito da tutti, sarebbe qualunquismo. Allora la Bce non presta soldi agli Stati. No, no. Però può prestarli alle banche, cioè a delle istituzioni private, ad un tasso previlegiato dell’1%. Le banche, secondo la Bce, presteranno quei soldi a industrie, imprese e privati cittadini facendo ripartire l’economia.

Invece le banche quei soldi li prestano agli Stati, comprando Buoni del Tesoro, ad interessi che arrivano al 6/7%. Un bel guadagno netto senza, come direbbe un qualunquista, fare un beneamato cazzo. Sarà un premio perché sono proprio le banche e gli investimenti speculativi ad aver provocato la crisi che ci sta strozzando? Che poi, continuerebbe il qualunquista, quei soldi che gli Stati si comprano al 6% sarebbero i soldi loro, che hanno versato alla Bce.

È scorretto, ingiusto, sbagliato chiamarlo un gigantesco progetto per mettersi nel culo il proprio stesso uccello? Si, è qualunquista perché lunedì 5 marzo, dopo la discussione a cui erano presenti sei (6) deputati, la Camera ha approvato l’inserimento nella Costituzione di “regole di taglio europeo sul pareggio di bilancio conformi alle direttive stabilite dal Consiglio dell’Unione Europea“. Da oggi, insomma, opporsi a quello che è stato deciso in Europa in materia di soldi e bilancio è incostituzionale. Rassicuriamoci: non è nostro l’uccello, è nostro solo il culo.

di Paolo Aleandri

Il Misfatto, inserto satirico de Il Fatto quotidiano, 11 marzo 2012