Alla fine hanno perso ancora i cittadini più deboli, i pensionati, gli anziani, quelli che hanno già dedicato la loro vita al lavoro e adesso non vorrebbero vedere i loro risparmi assottigliarsi nei conti correnti delle banche.

Per un momento, però, per un interminabile bellissimo momento, siamo rimasti senza fiato di fronte all’idea che il Governo volesse imporre alle banche la gratuità dei conti correnti per i pensionati che percepiscono un reddito fino a 1.500 euro. Per un momento abbiamo creduto che anche un governo tecnico potesse fare delle scelte coraggiose, imponendosi a una delle lobby più potenti, quella delle banche. Ma è stato solo un attimo e poi siamo tornati alla realtà.

Poi il Governo ha riconosciuto di aver osato troppo, ed ha ammesso, quasi scusandosene, che la norma avrebbe causato un ingiusto danno alle banche. E, alla fine, quella norma è stata rinviata a tempi migliori, se ce ne saranno mai.

Nel frattempo le banche e i banchieri potranno dormire sonni tranquilli e continuare a lucrare sui risparmi di una vita che i pensionati sono riusciti, quasi miracolosamente, a mettere da parte. I pensionati, invece, potranno continuare a trascorrere notti insonni temendo di non riuscire a conservare quell’autonomia economica che hanno strenuamente conquistato nel corso della loro vita.

La domanda che ci facciamo, allora, è questa: fino a quando gli interessi da tutelare saranno solo quelli di coloro che hanno la possibilità di alzare la voce e di farsi ascoltare o di parlare sottovoce dopo aver bussato alle porte giuste? Fino a quando saremo realmente tutti uguali nella tutela dei nostri diritti e dei nostri interessi? Fino a quando gli ultimi rimarranno tali e i penultimi diventeranno anche loro ultimi?

Forse fino a quando la politica non tornerà ad essere quel magnifico strumento per rendere migliore il paese in cui si vive. Forse fino a quando i tecnici si limiteranno ad essere solo d’ausilio alle scelte adottate da una matura classe politica e non dovranno sostituirsi ad essa. Forse fino a quando qualcuno ci dirà come immagina l’Italia di domani e ci chiederà di aiutarlo a raggiungerla. Forse.

Ma fino ad allora rimangono i cittadini che non hanno perso la speranza, rimaniamo noi che abbiamo ancora passione per cercare di cambiare le cose. Tutti noi. Noi tutti, infatti, abbiamo un grande potere di fronte alle banche. Abbiamo la possibilità di riprenderci i nostri soldi, pochi o tanti che siano, e di depositarli altrove, semmai in qualche banca etica o alle poste.

Proviamo ad immaginare cosa succederebbe. Immaginiamo insieme quale forza di persuasione potremmo esercitare se tutti insieme ritirassimo i nostri risparmi dai conti correnti.
Proviamo ad immaginarlo e, specialmente, proviamo a farlo immaginare alle banche.

Concediamo alle banche 40 giorni di tempo per venire incontro ai pensionati titolari di conti correnti che hanno un reddito fino a 1.500 euro, offrendo loro agevolazioni e commissioni ridotte.
Concediamo alle banche 40 giorni di tempo per favorire l’erogazione di linee di credito a favore di piccole e medie imprese, utilizzando quel fiume di denaro che la BCE ha concesso loro al tasso irrisorio dell’uno per cento.

Alla fine di questo periodo (il 14 aprile 2012), se le banche non si saranno adeguate, portiamo altrove i nostri soldi.

Scommettiamo che si adegueranno?

di Gianfranco Mascia ed Ernesto Maria Ruffini

Per aderire all’iniziativa, compila il form andando qui: boicottalebanke.wordpress.com

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