La Germania festeggia un record dietro l’altro, eppure il boom registrato negli ultimi anni dalla sua economia non ha fatto scendere il numero dei lavoratori sottopagati. Quasi un tedesco su quattro (il 23,1% del totale) guadagna meno di 9,15 euro lordi all’ora, percepisce cioè una paga considerata bassa, in quanto inferiore ai due terzi del salario medio del Paese. Si tratta di quasi otto milioni di persone, rivela uno studio dell’Istituto per il lavoro e la qualificazione professionale dell’Università di Duisburg-Essen citato dal quotidiano Süddeutsche Zeitung. Tra questi, 4,1 milioni devono accontentarsi di meno di 7 euro l’ora, 2,5 milioni di meno di sei euro e quasi 1,4 milioni sono addirittura costretti a cavarsela con meno di cinque euro. Quasi la metà dei sottopagati non ha un’occupazione part-time, bensì un posto a tempo pieno. Ciò significa, ad esempio, che quasi 800.000 lavoratori a tempo pieno non arrivano a mettere insieme 1.000 euro lordi al mese. In media le persone a basso reddito ricevono 6,68 euro l’ora nella parte occidentale della Germania e 6,52 euro all’Est.
Dal 1995 al 2010 il numero dei sottopagati è salito di 2,3 milioni, un aumento che può essere imputato solo in parte al fatto che i ricercatori hanno incluso per la prima volta nei loro calcoli anche studenti e pensionati che esercitano un’attività lavorativa (500.000 in tutto). Ad analizzare nel dettaglio i dati si scopre che la crescita si è arrestata nel 2007: da allora il numero delle persone che percepiscono salari bassi è rimasto costante. Ciò rivela due aspetti: anzitutto che il boom dei sottopagati è da imputarsi in gran parte agli effetti delle riforme approvate nella prima metà del decennio scorso dall’ex governo di Gerhard Schröder per rendere più flessibile il mercato del lavoro; e in secondo luogo che la cavalcata dell’economia tedesca degli ultimi due anni (+3,7% del Pil nel 2010, +3% nel 2011) non ha portato nessun miglioramento per i lavoratori a basso reddito.
I dati dell’istituto di Duisburg-Essen mostrano che la crescita del settore dei bassi salari si è verificata quasi esclusivamente nei Länder occidentali, quelli, cioè, che sono più ricchi e ospitano le maggiori industrie: negli ultimi 15 anni nell’Ovest della Germania il numero dei sottopagati è cresciuto del 68%, nell’Est del 3%. I gruppi più a rischio di percepire un salario inferiore a 9,15 euro sono i giovani sotto i 25 anni, gli interinali, gli stranieri, le persone che non hanno alcuna formazione professionale e quelle che svolgono un “minijob”, cioè un lavoro pagato al massimo 400 euro al mese.
I dati non rappresentano “un dramma”, ha spiegato un portavoce del ministro del Lavoro Ursula von der Leyen: tra 1995 e 2010 sono stati sì registrati – al netto di studenti e pensionati – 1,8 milioni di sottopagati in più, tuttavia nello stesso periodo il numero degli occupati è cresciuto in totale di 2,8 milioni di unità.
La ricerca ha finito per rilanciare la discussione sull’introduzione per legge di un salario minimo in Germania, un tema su cui la Cdu della cancelliera Angela Merkel ha tentato nei mesi scorsi una prima apertura, ma su cui i datori di lavoro continuano a frenare, in quanto temono che possa distruggere posti di lavoro. Secondo gli autori dello studio un salario minimo di 8,50 euro, come quello chiesto dai sindacati, migliorerebbe la situazione di un lavoratore su cinque in tutta la Germania – e di uno su tre soltanto nella parte orientale del Paese.