Contrazione del mercato dello 0,6%, calo delle consegne del 16: "Risultato condizionato dagli scioperi". Che tornano da oggi a lunedì a Melfi, Pomigliano, Cassino e Sevel Val di Sangro. I compensi dei vertici dell'azienda: a Marchionne un fisso di 2,45 milioni
I risultati del Lingotto. A febbraio Fiat Group Automobiles ha immatricolato in Europa 66.249 nuove vetture, segnando un calo del 16,5% rispetto alle 79.309 dello stesso mese del 2011. Nel gennaio scorso le vendite del Lingotto in Europa erano scese del 15,9% a 69.479 unità. In particolare per quanto riguarda i singoli brand del gruppo del Lingotto, secondo i dati dell’Acea, Fiat a febbraio ha immatricolato in Europa 46.671 vetture, in calo del 18,3% rispetto alle 57.112 del febbraio 2011: Alfa Romeo ha venduto 8.102 unità, segnando un calo del 29,4%. In controtendenza Lancia/Chrysler, che ha venduto 8.887 vetture (crescita del 3,1%), e Jeep, con 2.257 immatricolazioni, in aumento del 58,1%.
Nel mese scorso la quota di mercato in Europa di Fiat Group si è attestata al 7,2%, in calo rispetto al 7,8% del febbraio 2011, ma in progresso rispetto al 6,9% del gennaio scorso. Per quanto riguarda i singoli marchi Fiat a febbraio ha segnato in Europa una quota di mercato del 5,1%, (l’anno precedente era al 5,6%); in flessione anche la quota di Alfa Romeo (0,9% contro l’1,1% del febbraio 2011). Aumentano le quote di mercato di Lancia/Chrysler (salita all’1% dallo 0,8%) e di Jeep, cresciuta dallo 0,1% allo 0,2.
Fiat: colpa degli scioperi. Il risultato di Fiat-Chrysler nelle vendite in Europa a febbraio “è stato decisamente condizionato dallo sciopero in Italia dei servizi di autotrasporto vetture a mezzo bisarche”. Lo precisa il Lingotto, spiegando che lo stop “ha causato perdite di produzione e quindi di vendita di circa 20 mila unità, che sarà molto difficile recuperare nel corso dell’anno. I danni causati finora avranno un impatto negativo di circa il 10% sulle quote di mercato del mese di marzo in Italia e all’estero”. In Europa, sottolinea il gruppo, Fiat-Chrysler ha immatricolato a febbraio oltre 66mila vetture, con una quota del 7,2 per cento, in aumento rispetto al 6,9 per cento di gennaio 2012 e con un “positivo trend di crescita negli ultimi mesi” (a novembre era del 6,3, a dicembre del 6,2). “Nel progressivo annuo le vetture registrate sono quasi 136mila e la quota nei primi due mesi del 2012 è del 7% – sottolinea la nota di Fiat – E’ da segnalare il risultato ottenuto nel Regno Unito: in un mercato che perde il 2,5%, Fiat-Chrysler aumenta le vendite del 7,5% e raggiunge il 3% di quota, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto a febbraio 2011”.
Panda e 500, evidenzia il Lingotto, “sono ancora una volta le vetture più vendute del segmento A, con il 14,1% di quota la prima e l’11,7% la seconda. La Punto si conferma tra le più vendute del segmento B. L’arrivo su molti mercati europei della nuova Panda (già ordinata da 40 mila clienti) e della Punto 2012 permetterà al brand di rafforzare ulteriormente la supremazia nel segmento A e di migliorare la posizione nel segmento B. Bene anche Freemont (nelle posizioni di vertice del suo segmento con il 7,5 per cento di quota), mentre Qubo e Doblò, insieme, detengono il 12 per cento di quota nel segmento”.
“Dopo le forti crescite degli ultimi mesi, Lancia/Chrysler continua ad aumentare i volumi di vendita in Europa” continua la Fiat. Nei primi due mesi dell’anno Lancia-Chrysler ha registrato 18 mila auto (+5,8), per una quota dello 0,9% (era lo 0,8% un anno fa). “Il marchio ottiene dei veri exploit di vendita in Germania (volumi in crescita del 63,7 per cento), in Francia (+73,7) e soprattutto nel Regno Unito – precisa la nota della Fiat – dove le vendite sono cresciute a febbraio del 177,8% rispetto allo stesso mese del 2011”. Alfa Romeo, che ha immatricolato più di 8 mila vetture ottenendo una quota dello 0,9%. Nei primi due mesi del 2012 le registrazioni del marchio sono 17 mila e la quota è dello 0,9%, “in febbraio consolida la sua posizione in alcuni mercati minori, dopo le forti crescite registrate nel 2011 in quasi tutti i principali mercati europei. Per esempio, in Olanda il brand aumenta i volumi di vendita del 34,9 per cento e in Polonia del 20 per cento”. “Non conosce soste l’exploit di Jeep”, evidenzia il Lingotto, spiegando che il marchio è infatti “protagonista di un forte incremento delle vendite anche in febbraio: +58,1% (oltre 2.200 le immatricolazioni) con quota raddoppiata allo 0,2%”. A febbraio, infine, i marchi di lusso e sportivi (Ferrari e Maserati) hanno registrato complessivamente 269 immatricolazioni.
Bisarche ferme, stabilimenti bloccati. Domani si fermeranno a causa dello sciopero delle bisarche tutti gli stabilimenti della Fiat: Melfi, Pomigliano, Cassino e Sevel Val di Sangro. Oggi si è fermata Melfi, dove tra l’altro domani non si lavorerà a causa dei già previsti turni di cassaintegrazione. Domani si fermeranno Cassino Sevel e Pomigliano. E in quest’ultimo stabilimento (dove sono impiegati oltre duemila lavoratori, per una produzione giornaliera di circa 650 vetture) è previsto uno stop anche lunedì. A Mirafiori invece non si lavora per la cassa integrazione.
I compensi per Marchionne, Elkann e Montezemolo. Intanto è stata resa nota sul sito della Fiat la relazione sulla remunerazione dalla quale emerge nel 2011 l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha ricevuto per la sola Spa un compenso fisso di 2 milioni e 450mila euro. John Elkann ha ricevuto 1 milion e 344mila euro, Luca Cordero di Montezemolo 5 milioni e 552mila euro. Nella relazione viene ricordato per Marchionne il costo figurativo delle stock grant relative al 2011, che ammonta a circa 12 milioni di euro. Marchionne dispone anche di 16 milioni e 920mila stock option esercitabili in parte fino a novembre 2014 e in parte fino a gennaio 2016.
Fornero: “Da Fiat rassicurazioni”. Della situazione della Fiat oggi ha parlato anche il governo. Il ministro del lavoro Elsa Fornero ha spiegato in Senato di aver ricevuto “rassicurazioni” sul mantenimento dell’attuale piano di investimenti e sulla permanenza in Italia. Fornero ha peraltro aggiunto che il governo ritiene che le imprese siano vitali per il Paese, ma che “non spetti al Governo dire alle imprese cosa devono o non devono fare. Non spetta al governo aiutare le imprese a tirare avanti magari galleggiando, non è conveniente per l’economia, per l’occupazione e per la sostenibilità e economicità delle prestazioni”. Il governo vuole creare – ha spiegato il ministro – “un ambiente favorevole alle imprese”, non solo per quelle che ci sono ma anche per quelle che se ne sono andate e quelle che potrebbero investire. A questi principi è ispirata la riforma del mercato lavoro, un “prerequisito per il buon funzionamento dell’economia”. Le notizie sulla possibile chiusura di altri stabilimenti dopo quello di Termini Imerese, ha assicurato Fornero, sono “destituite di ogni fondamento”. Nei prossimi giorni il presidente del Consiglio Mario Monti incontrerà i vertici Fiat, mentre in seguito sarà previsto un incontro con i ministri dello sviluppo economico e del lavoro”.
Le parole della Fornero hanno provocato reazioni contrastanti: da una parte l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi (Pdl) esprime “sincero apprezzamento”, dall’altra Cesare Damiano (Pd, pure lui ex ministro del lavoro) dichiara che “non sono sufficienti le rassicurazioni di Marchionne sul mantenimento del piano di investimenti e sul permanenza degli stabilimenti Fiat in Italia. Il governo dovrebbe finalmente dare risposte sulla crescita del Paese e, in questa ottica, stabilire un contesto ad essa favorevole e quindi fornire indicazioni circa le risorse da investire per l’innovazione, la ricerca e la qualità delle produzioni. Noi siamo anche interessati a conoscere quali strategie di politica industriale si vogliano adottare a sostegno dei settori strategici dell’economia”.
In Europa calo generale delle immatricolazioni. A febbraio in Europa si è registrato comunque in generale un nuovo calo delle immatricolazioni. Nel mese scorso nei 27 Paesi Ue più quelli Efta (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) sono state immatricolate 923.381 vetture, in calo del 9,2% rispetto allo stesso mese del 2011. I dati sono ancora quelli dell’Acea. Già a gennaio la flessione era stata del 6,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, a 1.003.313 unità. Nella sola Unione europea la flessione delle vendite di automobili a febbraio è stata del 9,7%. Tra i cinque principali mercati europei, in forte flessione Francia (-20,2%, 163.010 immatricolazioni) e Italia (-18,9%, 130.661 unità). Risultano invariate le vendite in Germania (a 224.318 unità), mentre registrano cali più contenuti Gran Bretagna (-2,5%, 61.868 unità) e Spagna (-2,1%, 64.732 unità). Tra gli altri Paesi europei la contrazione più accentuata l’ha segnata il Portogallo (-48,4%), seguito dalla Grecia (-45,2%), mentre il progresso maggiore l’ha messo a segno l’Estonia (+29,7).
Conferme per Volkswagen, Peugeot-Citroen e Renault. A livello di gruppi automobilistici europei i tre maggiori si confermano il gruppo Volkswagen con una quota del 23,9% (con 220.799 auto vendite a febbraio, in calo del 2,1%), seguito da Psa Peugeot-Citroen al 12,8% (con 118.381 immatricolazioni, -16,5%) e Renault con una quota del 9,4% (86.402 unità, -23,7%). Il gruppo Fiat resta in sesta posizione con una quota del 7,2%. Tra i singoli marchi, Volkswagen si conferma prima in Europa (119.130 auto vendute, -1,2%), seguita da Renault (68.718 unità, -27,3%), Ford (68.245, -7,7%), Peugeot (61.227 unità, -20,5%), Opel (58.753 unità, 19%). Tra i progressi migliori nelle vendite spiccano quelli di Lexus (+72%), Land Rover (+69,8%), Jeep (+58,1%) e Kia (+31,4%).