Cinque ore di incontro tra il presidente del consiglio, Alfano, Bersani e Casini. Sul lavoro"vince" il modello tedesco. Il partito berlusconiano accetta norme più severe sulle tangenti, ma ottiene la promessa di una nuova regolamentazione dello strumento di indagine, dopo anni di tentativi falliti. Rimandata la questione spinosa della Rai. Il prossimo consiglio dei ministri discuterà anche la riforma fiscale
E’ finito con un accordo su articolo 18 e giustizia, compresa la responsabilità civile dei giudici, l’incontro di ieri sera tra il presidente del consiglio Mario Monti e il tre leader della maggioranza che lo sostiene, Pierluigi Bersani (Pd), Angelino Alfano (Pdl), Pier Ferdinando Casini (Udc-Terzo Polo). Nulla di fatto, nel vertice durato cinque ore e terminato verso l’una e mezza di notte, sull’altro tema delicato all’ordine del giorno, la questione Rai, la cui discussione è stata rimandata, insieme alla discussione sui provvedimenti per la crescita economica.
A questo proposito, il vice ministro dell’economia Vittorio Grilli “ha espostole principali misure che saranno incluse in un disegno di legge delega per una riforma fiscale orientata alla crescita che verrà varato in una prossima seduta del Consiglio dei Ministri”, si legge in una nota di Palazzo Chigi, ma nulla di più è trapelato sui contenuti.
Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori – che prevede il reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa – è passata la linea, proposta dal governo, del “modello tedesco”, cioè la distinzione tra il licenziamento per ragioni discriminatorie il licenziamento per ragioni disciplinari o economiche. L’impegno di Monti e del ministro della Giustizia Paola Severino è di accelerare i tempi delle cause di lavoro. Monti ha sottolineato “la necessità di una riforma ad ampio raggio dei diversi aspetti del mercato del lavoro”, dunque nessun tema può essere considerato tabù.
Il Ministro del lavoro Elsa Fornero ha illustrato gli altri principi della riforma in discussione con le parti sociali: la semplificazione delle tipologie contrattuali , per facilitare l’accesso dei giovani ad un impiego stabile; la revisione degli ammortizzatori sociali assicurando l’universalità di un nuovo sistema di assicurazione sociale per l’impiego; il rafforzamento delle politiche attive e dei servizi per l’impiego. Si è inoltre soffermata sulle misure dirette ad accrescere l’occupazione giovanile e femminile.
Sul fronte giustizia, si è assistito a una sorta di scambio tra Pdl e Pd. Alfano ha ottenuto l’impegno di Monti a riformare la legge sulle intercettazioni telefoniche, eterno e contestatissimo provvedimento del centrodestra che giace in parlamento ormai da diversi anni. Palazzo Chigi non ha ancora fornito dettagli sul contenuto della riforma, ma il governo si impegna a tenere “conto conto delle iniziative dei gruppi parlamentari”, dunque farà propri alcuni punti dei disegni di legge già presentati.
Il Pd ha ottenuto per contro un risultato indigesto al partito berlusconiano, cioè un rafforzamento del disegno di legge sulla corruzione – presentato nel 2010 da Alfano e altri allora ministri del Pdl – attualmente in discussione in Parlamento. L’intervento riguarderà le norme relative alla corruzione fra privati, al traffico delle influenze (il reato tipico delle “cricche”) e la revisione della pena per il reato corruzione. Governo e maggioranza valutano anche se rivedere il reato di concussione, come chiesto dall’Ocse.
Nel pacchetto giustizia è entrato anche il tema della responsabilità civile dei giudici, introdotto da un emendamento leghista approvato alla Camera contro il parere del governo ai primi di febbraio. Il ministro Severino ha proposto di arrivare a “una soluzione più equilibrata e condivisa”, a maggior tutela dei magistrati, con un nuovo emendamento.
E’ stata lasciata in fondo all’ordine del giorno, e alla fine rimandata, l’intesa sulla Rai, che vede Pd e Pdl su posizioni antitetiche, con i democratici intenzionati a procedere con una riforma che potenzi la tv pubblica sul mercato e il Pdl fermamente deciso a conservare lo status quo e la legge Gasparri. Sul tappeto anche la questione delle nomine, dato che il cda della Rai è in scadenza.
Dopo il fallimento del vertice indetto la settimana scorsa e annullato per l’improvviso forfait di Alfano, Monti si è detto “molto soddisfatto” per l’esito dell’incontro a palazzo Chigi. A suggello della ritrovata intesa, Casini ha postato su twitter una foto di gruppo (vedi) nell’auspicio che quest’esperienza di governo vada oltre il 2013. Alla riunione erano presenti anche i ministri Corrado Passera, Elsa Fornero, Paola Severino e Giulio Terzi.