Dopo le foto delle torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib gli Usa avevano promesso che non sarebbe più successo.
Ma hanno continuato. Per anni la tortura “moderata” ha fatto parte delle disposizioni operative ufficiali. Solo l’elezione di Obama ha portato a vietare le torture.
Sappiamo che Obama si è anche impegnato a evitare gli errori dell’aviazione che massacravano civili inermi bombardando feste di matrimonio e funerali, scambiati per assembramenti di Talebani.
Ma non c’è riuscito. Il numero di vittime collaterali continua a essere spaventoso.
Poi ci sono stati i marines che hanno orinato sui cadaveri di alcuni afgani, un gesto orribile all’interno di ogni cultura ma particolarmente infamante per un musulmano che dà grandissima importanza al rispetto delle spoglie.
A seguire un gruppo di marines ha bruciato alcune copie del Corano.
Infine un soldato Usa è impazzito, è entrato carico di armi in un villaggio e ha fatto irruzione in una serie di abitazioni uccidendo donne e bambini: 16 morti.
Appare evidente che c’è qualche cosa che non va.
Anche il più stupido dei generali può comprendere che questo modo di agire è disastroso per gli Usa. In effetti l’esercito Usa è oggi il miglior reclutatore che Al Queda poteva sognare.
Come per quanto riguarda la crisi economica siamo di fronte a una crisi di sistema.
Ma perché i soldati Usa non riescono a evitare di ammazzare civili? Perché con tutti i soldi spesi per selezionare e formare i soldati non riescono a evitare la presenza di pazzi scatenati criminali?
La causa è la particolare forma della cultura militare Usa: il modo di pensare la guerra, di addestrare i soldati, di scegliere gli ufficiali.
E’ lo spirito dell’esercito Usa ad essere malato.
L’ideologia militare è schiava del mito dell’allenamento estenuante, del training spersonalizzante, dell’alienazione da fatica, del corpo come macchina. Il mito dell’obbedienza cieca, della formalità, della gerarchia, della rigidità burocratica, e il mito della forza, del superuomo…
Ne ho avuto la prova leggendo un articolo uscito sul numero 937 di Internazionale (santi subito!) di Sally Adee, tradotto dal New Scientist, che parla di un argomento che apparentemente non c’entra nulla con quanto stiamo trattando e invece contiene una chiave possibile per comprendere il problema.
Si intitola “Lo stato di grazia” e racconta di una nuova straordinaria scoperta. Beh, non proprio nuova. Sono riusciti a fotografare e misurare quel che da millenni fanno monaci, artisti, scienziati e grandi atleti.
Hanno quindi dimostrato che esiste uno stato particolare della mente, fisiologicamente riconoscibile, durante il quale le nostre capacità aumentano in modo strabiliante.
E’ una modalità mentale che tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita, ad esempio quando ballando ti muovi senza pensare ai movimenti, oppure quando scrivi o parli “di getto”, giochi a pallone e si crea quella certa sintonia con la tua squadra.
Questo articolo, pieno di citazioni di ricerche, mi ha interessato particolarmente perché da 30 anni, ad Alcatraz, usiamo il comico, l’arte e il gioco per aiutare le persone a imparare a entrare in questo stato mentale.
Si tratta di una condizione naturale, che tutti conosciamo ma che non abbiamo identificato chiaramente; non ci hanno spiegato in quale modo possiamo attivare questi splendidi circuiti neuronali e quindi non siamo capaci di entrare in questo stato ogni volta che sarebbe utile. Ma appena scopriamo come si fa, questa capacità diventa automatica.
Ora abbiamo la prova scientifica che queste potenzialità mentali non sono leggende metropolitane ma realtà fisiche. Da secoli esistono tecniche per entrare in questo “stato di flusso” e ci sono scuole in tutto il mondo che le insegnano in corsi che durano pochi giorni. Ovviamente i nostri corsi sono i migliori del mondo, ma si tratta comunque di conoscenze diffuse.
Ho fatto quindi un salto sulla sedia quando, leggendo l’articolo, scopro che l’esercito Usa sta finanziando con milioni di dollari uno studio per utilizzare questo stato di grazia al fine di aumentare l’efficienza dei tiratori scelti, utilizzando scosse elettriche.
Sì, scosse elettriche!!!
Infatti, hanno scoperto che le modificazioni neuronali che accompagnano questo stato di super efficienza, che chiunque può provocare senza sforzo in un centesimo di secondo, si producono anche applicando una serie di cavi elettrici al cranio. Quindi manderanno in guerra dei soldati con una batteria elettrica alla cintura e delle ventose elettrificate incollate al cuoio capelluto.
Quando inizia il combattimento il soldato schiaccia l’interruttore e la sua mente inizia a funzionare in modo eccellente.
Forse qualcuno si chiederà come mai, visto che è facile insegnare questo stato di coscienza, il Pentagono preferisca ricorre alla corrente elettrica.
La questione è che per ottenere naturalmente questa particolare funzionalità della mente devo coinvolgere il gusto per il gioco dei bambini, la sensibilità, l’ascolto delle sensazioni, l’emotività, il rilassamento, la creatività… Insomma, devo aumentare la coscienza di una persona. Tutte tematiche che risultano intollerabili per l’ideologia meccanica dell’esercito Usa abituato a misurare il mondo in tonnellate di carri armati… Ve l’immaginate un corso per marines durante il quale si dipinge su grandi fogli inventando forme assurde, oppure si fa la danza del ventre?
Il generale medio americano è convinto che se i suoi soldati si mettono a giocare col pongo poi in battaglia non servono più a niente!
Questo fatto che l’esercito Usa ha scelto di spendere cifre astronomiche per elettrificare i suoi soldati invece di fargli imparare una tecnica elementare fa il paio con un episodio famoso di qualche decennio fa: quando la Nasa dovette risolvere il problema di scrivere in assenza di gravità sui razzi che mandavano nello spazio spese milioni di dollari per fabbricare una penna a sfera munita di contenitore per l’inchiostro pressurizzato. Così potevano scrivere a bordo degli Shuttle. I russi risolsero lo stesso problema utilizzando una matita.
(Con questo non voglio dire che i russi fossero più buoni degli statunitensi…)
Il problema planetario oggi è che le grandi potenze sono intrise di un’ideologia che rende difficile il cambiamento. Saremo incapaci di capire la superiorità tecnica delle emozioni, delle sensazioni, dei sentimenti e dello spirito cooperativo sulle quotazioni azionarie.
Abbiamo bisogno di un progetto evolutivo che includa nel Pil il senso del ridicolo, la passione, il desiderio, il piacere e la convivialità.