Finalmente una buona notizia. Il Governo italiano ha approvato un ordine del giorno presentato dal deputato eletto all’estero Franco Narducci, che consente, in accordo con i Comuni, di praticare una riduzione della Tarsu per gli italiani residenti all’estero. La notizia ha una enorme ricaduta nel complesso mondo degli italiani che vivono e lavorano fuori dai confini nazionale, ma conservano una propria abitazione in Italia.
E’ da anni che gli italiani richiedono una riduzione, poiché di fatto non costituiscono un costo utilizzando solo per pochi mesi all’anno la loro abitazione in patria. La notizia ha dello straordinario, poiché, essendo stata approvata nel decreto legge n.2 del 25 gennaio 2012 recante norme straordinarie in materia ambientale, costituisce un precedente che lega una tassa al concreto livello di consumo del servizio. E non poteva che essere un deputato eletto in Svizzera come Narducci a far passare questo messaggio, che cerca di esportare una delle pratiche migliori al mondo sullo smaltimento dei rifiuti: il modello elvetico. Infatti Narducci conosce bene il sistema adoperato in Svizzera, che oltre ad avere il più alto tasso di differenziata, stimola stili di vita e comportamenti virtuosi nei cittadini che pagando a consumo, riducono notevolmente la quantità di rifiuti quotidiani.
Il fatto di aver legato la richiesta di riduzione di una tassa all’effettivo utilizzo del servizio crea un meccanismo giuridico virtuoso che porta tutti gli elementi istituzionali coinvolti nel sistema smaltimento dei rifiuti, ad agire in direzione di una riduzione/risparmio, fino ad arrivare a modelli all’avanguardia come appunto quello Svizzero. L’importanza dell’atto è nel chiedere di legare la Tassa Comunale al concreto utilizzo dello smaltimento dei rifiuti. Quindi i comuni potrebbero far scattare meccanismi di elaborazione tariffaria legati al consumo: un pensionato produce una quantità di rifiuti minore rispetto ad un ristorante ad esempio; un nucleo familiare di quattro persone produce più rifiuti rispetto ad un nucleo di due persone.
Insomma, questo precedente che è un atto di giustizia storico verso gli italiani all’estero che da anni invocano questo meccanismo, può determinare molti comuni a slegarsi dalla tariffazione piatta del “tutti pagano allo stesso modo”, per consentire un modello “ognuno paga per quel che consuma”, che consentirebbe un atteggiamento più virtuoso nella popolazione incentivata a differenziare maggiormente ed a ridurre la quantità di rifiuti. Ovvio che si impone la creazione di meccanismi organizzativi per rendere questa tassazione premiale efficace. Spazi ad esempio, nei supermercati per liberarsi alla fonte degli involucri, differenziata porta a porta, sacchetti modulari a peso acquistabili per smaltimenti calendarizzati. Insomma un modello moderno, che consenta risparmi e ristori ambientali notevoli. Questo primo passo di legare la Tarsu al concreto utilizzo del servizio, può fare da apripista. A volte basta guardarsi un po’ attorno per scoprire che a pochi passi dalla propria casa problemi vissuti come drammatici, si potrebbero risolvere scardinando blocchi giuridici ossificati. Narducci, che secondo openpolis è il terzo deputato con maggiore produttività (il primo tra gli eletti all’estero), evidentemente non ha interpretato questa fase parlamentare come “la ricreazione”; ha raggiunto un piccolo risultato di settore, probabilmente trovando nel governo tecnico una sensibilità inedita fino ad oggi. Gli altri, adesso, trovino la strada tecnica, per raggiungere un risultato più generale.
di Massimo Pillera