In suo nome potrebbero combattersi le guerre del terzo millennio. Al pari dell’oro nero, l’acqua sta diventando una risorsa sempre più strategica e preziosa. Tanto da essere spesso definita “oro blu”. Le cifre sono impietose. Ancora troppe persone nel mondo vivono senz’acqua potabile. Un miliardo. È il dato che emerge dal nuovo rapporto dell’Unesco, “La gestione dell’acqua in condizioni d’incertezza e di rischio”, sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali, presentato a Marsiglia nel corso del VI Forum internazionale sull’acqua.
Le Nazioni unite denunciano come “l’aumento considerevole della domanda di acqua in tutti i settori di maggior consumo – agricoltura, produzione di energia, industria e uso quotidiano -, unito alle pressioni esercitate dai mutamenti climatici, rischiano di ridurne ulteriormente la disponibilità in molte zone del mondo. E di aumentare le disparità economiche tra alcuni paesi o regioni diverse dello stesso territorio, a danno dei più poveri”. L’Onu mette in guardia dal “rischio che i cambiamenti climatici possano esasperare tensioni attuali e future in materia di risorse idriche. L’acqua è alla base di tutti gli aspetti dello sviluppo. Rappresenta, infatti, il mezzo principale attraverso il quale i cambiamenti climatici influenzano l’ecosistema terrestre e quindi la sopravvivenza e il benessere delle società”. Basti pensare, sottolinea la rivista Nature in un articolo di commento, che “tre nazioni – India, Cina e Stati Uniti – da sole utilizzano un terzo dei circa 4mila chilometri cubi di acqua adoperata ogni anno nel pianeta”.
Non è, però, solo un problema dei paesi del terzo mondo. Anche in molte zone dell’Europa meridionale e dell’America tanti rubinetti restano a secco. Secondo il rapporto, “nei prossimi decenni i flussi idrici estivi tenderanno a ridursi dell’80 per cento in Europa meridionale e in una parte centrale e orientale del Vecchio continente”. La questione, pertanto, riguarda direttamente anche l’Italia. “Il numero di persone che può disporre di acqua corrente nelle città – si legge nel rapporto – è diminuito rispetto alla fine degli Anni ’90”. Siccità e agricoltura intensiva le cause principali della carenza di oro blu. E la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi 25-30 anni, per il previsto incremento dell’urbanizzazione. L’Onu stima che “la popolazione mondiale toccherà i 9 miliardi nel 2050 e il bisogno di acqua per i soli processi di produzione di combustibile s’innalzerà del 50 per cento”.
Ma le richieste maggiori verranno soprattutto dall’impennata della domanda alimentare. “Già oggi circa il 70 per cento dei consumi d’acqua dipende dall’agricoltura – si legge su Nature -. A fronte di questo dato, centinaia di milioni di persone nel mondo non hanno accesso ad acqua pulita e questo li espone fortemente al rischio di morire per dissenteria”. Secondo la Fao – l’organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura per sfamare una persona servono attualmente dai 2mila ai 5mila litri d’acqua al giorno e la stima delle Nazioni Unite sulla produzione di cibo entro il 2050 è di un aumento del 70 per cento. Con un conseguente incremento, stimato nel 19 per cento della richiesta di acqua. Un dato che potrebbe essere molto più alto se i raccolti e l’efficienza della produzione agricola non miglioreranno notevolmente nei prossimi anni. Ad aggravare la situazione il consumo del suolo: “un quarto delle terre del pianeta è già deteriorato”.
Per correre ai ripari 191 paesi avevano firmato in passato la convenzione Onu per la lotta alla siccità, che si prefiggeva di trovare strategie a lungo termine per conservare e gestire acqua e suolo. L’ultima ratifica risale al 1997. Ma da allora poco è cambiato.
“Le crisi finanziaria, alimentare, energetica e climatica sono enormi problemi, presi singolarmente, ma combinate fra loro possono avere effetti devastanti sulla sostenibilità globale” – conclude il rapporto dell’Unesco -. L’acqua è l’unico mezzo attraverso il quale è possibile affrontare congiuntamente le grandi crisi globali”. Per questo ha deciso di mettere l’oro blu sarà in cima all’agenda del summit sulla Terra di Rio de Janeiro, che si svolgerà il prossimo giugno.