Due romeni fermati in autobus a Gorizia dopo essere rientrati in Italia. I carabinieri cercano un terzo uomo: "Mai indagini così veloci per fatti così efferati". Il padre di Luca Rosi, ucciso mentre difendeva la moglie: "Sono bestie"
Nei giorni scorsi i carabinieri avevano fermato un altro romeno, ritenuto il basista del primo colpo. I due presunti rapinatori sono stati bloccati a Gorizia, mentre si trovavano a bordo di un autobus: stavano tornando in Italia dopo un periodo trascorso probabilmente in Romania. Dopo averli individuati, i carabinieri li hanno monitorati a lungo fino al fermo. Ai due vengono contestati i reati di concorso in rapina, sequestro di persona, violenza sessuale e omicidio.
Il comandante Cuneo si è recato stamani dai familiari di Rosi. Nelle indagini dei carabinieri è stato ipotizzato un eventuale collegamento tra la prima rapina in villa a Resina e il colpo in cui è stato ucciso Rosi. “Mai un tempo così ristretto era stato necessario per risolvere un caso di questa violenza ed efferatezza – ha dichiarato Cuneo – Lo Stato ha fatto sentire in questi giorni tutta la propria vicinanza alla famiglia di Luca, e stamani il pubblico ministero ci ha chiesto di informarli per primi degli ultimi sviluppi. Stanno vivendo questa tragedia con grande dignità, ma il loro dolore per la perdita di Luca è fortissimo”.
“Sono bestie che andrebbero assicurate alla giustizia in ambienti adatti alle bestie e non alle persone” ha detto Bruno Rosi, padre di Luca. . “La notizia non ci rende soddisfatti – ha aggiunto – perché il dolore ha il sopravvento su tutto. Però almeno non faranno altro male. Sono stati efficaci. La giustizia deve essere molto dura. Vorrei comunicare l’arresto a mio figlio e dirgli: stai tranquillo, queste persone sconteranno per le cose atroci che hanno fatto”.