Per vent’anni ha trascorso circa 7 ore al giorno al cellulare e da qualche settimana si è ammalato di glioblastoma, un tumore al cervello. A capire se tra i due fatti esiste correlazione sarà la Procura di Torino, a cui l’ospedale in cui è stato ricoverato l’uomo, che ha circa 45 anni, ha segnalato l’accaduto. Il pm Raffaele Guariniello ha ricevuto l’incartamento e ha aperto un fascicolo di atti relativi, senza alcun indagato. Guariniello è peraltro noto per aver portato avanti inchieste sugli incidenti sul lavoro (come la tragedia della Thyssenkrupp) o sulla salute (cercando di individuare eventuali legami tra le malattie degenerative di alcuni calciatori e l’assunzione di farmaci).
Il glioblastoma colpisce le cellule gliali del cervello ed è tra i tumori più aggressivi dell’organo: soltanto il 7% di chi ne è colpito, allo stato attuale, sopravvive oltre i tre anni. Il suo trattamento, quando non si trova in stato avanzato, avviene con un intervento chirurgico seguito da cicli di radioterapia e chemioterapia. Il torinese che ne è stato colpito ha avvertito improvvisi momenti di assenza, in cui – ha raccontato ai medici – si sentiva come pietrificato e incapace di effettuare qualsiasi azione. I sanitari hanno poi scoperto che, a causa del lavoro ma non soltanto, l’uomo aveva passato molto tempo al telefono cellulare nell’ultimo ventennio. Era stato tra gli acquirenti dei primissimi apparecchi, quando il telefonino era ancora qualcosa riservato a pochi, almeno nel nostro Paese.
La segnalazione che l’ospedale ha trasmesso al pm Guariniello è la prima dopo l’allarme lanciato, alla fine dello scorso anno, dallo Iarc, l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro, che – dopo la ricerca effettuata da un gruppo di 21 esperti provenienti da 14 differenti Paesi del mondo – aveva segnalato la possibile esistenza di un rapporto di causa ed effetto e aveva invitato gli utenti, in particolare coloro che usano gli apparecchi per molte ore, ad adottare precauzioni quali l’uso del dispositivo vivavoce o dell’auricolare. Tra gli altri inviti c’è anche quello di educare i minorenni a un utilizzo parsimonioso dei dispositivi, in quanto nei giovani l’incidenza delle onde elettromagnetiche sul cervello è più elevata.
In particolare, per quanto riguarda i tumori delle cellule gliali, lo stesso ente ha ipotizzato un incremento del rischio del 40% per color che utilizzano il telefonino anche soltanto mezz’ora al giorno. Al momento, tuttavia, il livello di causalità è ritenuto soltanto probabile e non certo come, invece, è quello tra l’inalazione di fibre di amianto e insorgenza di asbestosi e tumori polmonari.