Politica

Un’altra politica. <br/>Ma con chi?

Ciò che sta accadendo in Italia assomiglia al più recente film di Ferzan Ozpetek Magnifica presenza: c’è chi non li vede, ma i fantasmi sono tutti sul posto. Dite “ritorno della politica”. Ma, appena socchiudete la porta, c’e Gasparri pronto a fare irruzione, con Brunetta, La Russa, Gelmini, Sacconi e tutta la folla che una volta era il governo. Quel governo. Le squadre leghiste fingono disattenzione, ma sono già in posizione di scatto. Come Marx non ha fatto in tempo a dire, il potere è profitto. Ma subito dietro si intravede l’altra folla, quella dell’opposizione mancata.

Tutti insieme fingono di non sapere che i “tecnici” non sono stati chiamati per occuparsi d’urgenza di economia, come fingiamo di credere, ma per spostare i partiti fuori dalla scena, pena il tracollo. Berlusconi è l’eroe e il simbolo di questa vicenda paurosa (il fallimento dell’Italia), come Garibaldi lo è del Risorgimento. Per questa ragione molti fra coloro che invocano il ritorno della politica, ripetono con convinzione e con forza che “bisogna ridare subito la parola al popolo”. La frase suona bene. Ma mettetevi nei panni del popolo. Come in un tetro western  , gli onorevoli Papa, Cosentino, Milanese, Lusi, Tedesco (lista parziale) sono tutti là fuori, schierati a guardia del loro posto in Parlamento . Ci saranno tutti nelle liste blindate delle prossime elezioni politiche, visto che il cambio della legge elettorale appare sempre meno probabile.

Con quella legge, che del resto è leghista, ci sarà il partito secessionista detto Lega Nord, e potrà usare il maltolto, al netto delle spese familiari, per una bella campagna elettorale. Ci salverà l’opposizione (uso la terminologia che precede la grande coalizione che alle Camere vota sempre insieme e i felici summit dei Segretari, tutti sul divano per il ricordo dopo l’accordo)?

C’è qualche dubbio, perché nelle retrovie si trascinano pesantissimi carri pieni di problemi non risolti con la giustizia , roba non facilmente archiviabile. E davanti, intorno ai leader di prima serata, c’è una cavalleria leggera poco adatta al combattimento (anche perché dalle vettovaglie sono stati tolti tutti i valori) e comunque diretta al convegno, con soste per celebrare primarie senza esito, non al fronte. Non so a chi pensava Gustavo Zagrebelsky quando giustamente invocava, al convegno di Libertà e Giustizia, il ritorno della politica. Il dramma che stiamo vivendo è tutto qui. Vogliamo un mondo nuovo. Con chi?

Il  Fatto Quotidiano, 18 Marzo 2012