Continua il tour de force di incontri con Cgil, Cisl e Uil, che però non hanno una posizione condivisa sull'articolo 18. Il presidente della Repubblica invita le organizzazioni dei lavoratori "a dare solidalmente il proprio contributo". Ma la Fiom ha deciso uno sciopero di 2 ore per domani e di sottoporre un eventuale accordo a un referendum
“Penso che sarebbe grave la mancanza di un accordo al quale le parti sociali devono dare solidalmente il loro contributo”. E’ l’appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a proposito della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro, a margine della commemorazione di Marco Biagi a Montecitorio, una celebrazione che il Capo dello Stato ha giudicato “importante perchè alla vigilia di un incontro atteso”. “Io mi aspetto – ha spiegato Napolitano rispondendo alle domande dei giornalisti – che anche le parti sociali dimostrino di intendere che è il momento di fare prevalere l’interesse generale su qualsiasi interesse di calcolo particolare. Lo richiedono le difficoltà del Paese, i problemi del mondo del lavoro e dei nostri giovani”.
L’incontro tra il ministro del Lavoro Elsa Fornero e i sindacati, che si sarebbe dovuto tenere domani, potrebbe essere anticipato già a stasera. Per circa 50 minuti (dalle 19,30 circa) il ministro, insieme al presidente del Consiglio Mario Monti e al sottosegretario Antonio Catricalà, sono saliti al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica. Attualmente la Fornero è al ministero del lavoro dove la attendevano già i segretari dei sindacati e il vice ministro Michel Martone.
Il ministro del Lavoro, Elsa Forneroè arrivata nella sede del ministero in via Flavia per un incontro con i leader dei sindacati.Nella sede sono già arrivati i segretario di Cgil, Cisl e Ugl e il vice ministro Michel Martone. E’ atteso a breve anche il segretario della Uil.
Fornero: “Un passo avanti per i giovani”. Fornero, che oggi ha incontrato anche il presidente del Consiglio Mario Monti, in un collegamento video con il convegno sulle pensioni organizzato a Milano da Il Sole 24 Ore ha spiegato: “Un’intesa sul lavoro con le parti sociali ha un valore aggiunto rispetto a una riforma senza il loro consenso”. Il ministro del Welfare ha escluso che la riforma del lavoro possa contenere “cambiamenti in senso punitivo” di “regole e garanzie che fanno parte della storia” delle organizzazioni sindacali. “Posso capire – ha aggiunto – che ci siano da parte di sindacati attaccamenti simbolici a regole e garanzie che fanno parte della loro storia, ma il mondo cambia e nessuno le vuole cambiare in senso punitivo”. Fornero ha però chiesto ai sindacati “di fare un passo in avanti nell’interesse dei giovani e del paese” un passo che, secondo il ministro “è difficile che possa essere rifiutato”.
A proposito di pensioni, il ministro ha promesso che entro il 30 giugno sarà approvato un decreto legge per risolvere il problema degli “esodati” (lavoratori che hanno lasciato l’impiego in modo incentivato in vista della pensione e che poi sono rimasti spiazzati dall’aumento dell’età pensionabile, ndr) per i quali prova “grande ansia”. “Il numero degli esodati è molto superiore a quello preventivato. Ora dobbiamo lavorare con criteri ispirati a equità per una soluzione che non penalizzi i più deboli tra di essi, e chiedere un po’ di pazienza a chi sta meglio”.
I sindacati cercano l’accordo. I leader di Cgil, Cisl e Uil stamani si sono incontrati per trovare una posizione comune sulla riforma dell’articolo 18, da presentare all’incontro con il governo. Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) affrontano in particolare il nodo più delicato, quello che riguarda i licenziamenti disciplinari, che vede i sindacati divisi. Nessuna dichiarazione all’uscita sui risultati della discussione, ma secondo quanto trapela un’intesa non è stata raggiunta. “Stiamo lavorando” si sono limitati a dire Bonanni e Angeletti.
“Un accordo non è possibile, è possibilissimo. Basta togliere questa impuntatura, questa norma sui licenziamenti disciplinari che non c’entra assolutamente niente con l’economia, con la flessibilità, con i posti di lavoro. E’ una pura questione di potere”. Così Angeletti aveva inquadrato la questione in un’intervista a La Stampa in cui sottolinea come il ministro Fornero sappia “bene che sui contenuti importanti della riforma ci sono state larghe convergenze”. Quella sull’articolo 18, aggiunge, “non è una posizione ideologica: difendiamo banalmente e semplicemente delle buone ragioni. La flessibilità in uscita non c’entra niente con l’articolo 18, che dice soltanto che per licenziare ci dev’essere un giustificato motivo”.
La Fiom: “Sciopero e referendum”. Parla e lo fa chiaramente il segretario della Fiom Maurizio Landini: “Sono fermo alla posizione della Cgil: l’articolo 18 non si modifica”. Tanto che il comitato centrale del sindacato dei metalmeccanici ha approvato all’unanimità un documento con il quale si decidono due ore di sciopero in tutte le fabbriche e si chiede di sottoporre l’accordo al referendum: “Sono molto soddisfatto. Quando la Fiom vota all’unanimità sono contento – ha commentato Landini – Domani è la giornata più utile perché arrivi dalle fabbriche un messaggio chiaro: che noi vogliamo l’accordo, ma un accordo che estenda i diritti e limiti la precarietà”.