Quando hai compiuto cinquant’anni, ti hanno tolto il lavoro, calpestato e infangato la dignità per avere fatto solo il tuo dovere (anzi, per averlo fatto troppo bene) è difficile pensare quali possano essere le aspirazioni di un uomo, che è anche padre, il giorno della festa del papà.
Ebbene oggi – nonostante tutto – io mi sento l’uomo più felice del mondo.
No, avete pensato male. Non è la figura di … che ha fatto ieri Rutelli dall’Annunziata a rendermi felice, ma la notizia che mio figlio Walter mi ha appena comunicato per e-mail, con gli auguri per la festa del papà.
Walter ha 15 anni e frequenta la III-G del Liceo scientifico “Cannizzaro” di Palermo. Giorni fa mi aveva lasciato sulla scrivania la traccia di un tema sulla “casta”, che la professoressa di italiano aveva assegnato alla sua classe. Oggi mi ha comunicato che il tema è andato bene e che ha preso otto.
Nel giorno della festa del papà voglio condividere con i tanti papà questa mia gioia, riportandovi le riflessioni di Walter, che – fortunatamente – sono le riflessioni di tanti giovani come lui e più grandi di lui schifati da questa classe politica italiana, che si è ora rifugiata nelle cure dei “professori”, sperando di superare la crisi, rinnovarsi e perpetuarsi.
Noi che non siamo più giovani e i tanti giovani come Walter dovremo impedirglielo, costi quel costi.
Se non altro nel nome di quanti (poliziotti, carabinieri, magistrati, imprenditori, giornalisti e semplici cittadini) hanno pagato con la vita, a partire dalla Resistenza, fino ad arrivare alla lotta al terrorismo ed alla mafia, il sogno di una Italia migliore.
Questa la traccia del tema sulla “casta”:
In qualità di cittadino ed eventuale prossimo elettore, prova ad esaminare l’attuale condizione di degrado della “casta” politica italiana/siciliana e di scollamento tra essa e i cittadini ed esprimi le aspettative che i giovani ripongono in una classe politica da alcuni giudicata senza etica né rispetto per certi valori.
Svolgimento:
Il 2012 è l’anno del ventennale di “Mani Pulite”. Il grande processo che portò alla luce il complesso meccanismo di tangenti diffuso nella politica e più in generale nelle istituzioni. Erano quelli gli anni di “Tangentopoli”, un periodo da dimenticare nella storia italiana per i tanti scandali nella politica, per i tanti arresti clamorosi che coinvolsero i principali esponenti della politica italiana.
Chiuso questo periodo, in Italia si apriva la Seconda Repubblica, un’opportunità, secondo molti, per cancellare quel periodo così buio; ebbene il sistema delle tangenti non ha mai cessato di esistere, ma anzi ne ha alimentato un altro, quello della “casta”.
La “casta” è un termine che, nella teoria sta per classe di persone che gode o si attribuisce speciali diritti o privilegi, mentre nella pratica sta per degrado sociale.
In Italia il sistema delle caste è ormai diffuso da anni nell’intero territorio nazionale e in particolare in Sicilia, dove è possibile rintracciare i più grandi scandali soprattutto nei settori della sanità e della politica: famoso è anche il caso del dirigente di un’azienda impegnata nello smaltimento dei rifiuti che, per aver esercitato la sua carica formalmente per un solo giorno, percepisce ancora oggi una pensione elevatissima.
Purtroppo gli scandali non si fermano qui e la notizia più sconcertante è che i nostri parlamentari, coloro che dovrebbero governarci, sono anche quelli che fanno parte della casta e che quindi godono di tutta una serie di privilegi che comprendono aerei privati, macchine di lusso, pensioni elevatissime: sono sempre loro che nei comizi e nelle trasmissioni televisive continuano a ripetere di non fare parte di una casta, e anzi denunciano apertamente il sistema di cui però continuano a far parte.
La situazione a questo punto è talmente grave da non poter continuare ad andare avanti in questo modo vista anche la situazione economica in cui versa il nostro paese.
Ciò che colpisce nell’intero quadro appena descritto è il profondo distacco tra casta e cittadini comuni, coloro i quali non godono di alcun privilegio e che anzi a stento riescono ad arrivare alla fine del mese.
E’ lecito pensare che nel futuro i membri della casta non decideranno di loro spontanea volontà di rinunciare a tutti i privilegi di cui godono: ecco perché il monito al cambiamento arriva, non soltanto da tutta la società civile ma in particolar modo dai giovani, che in questa situazione sono quelli che stanno pagando più di tutti gli altri.
Sono gli stessi giovani che oggi scendono in piazza a indignarsi contro l’intera classe politica.
Quei giovani che un giorno dovranno prendere parte attiva nella vita politica italiana e che per questo chiedono un maggiore sforzo alla politica nel sostenere la loro causa e nell’attuazione più severa di alcuni principi etici che, in fin dei conti, sono quelli che dovrebbero essere alla base della politica.
Lo affermavano già gli antichi Greci più di duemila anni fa che l’etica ci insegna ad agire bene come singoli, mentre la politica ad agire bene come comunità: purtroppo la maggior parte dei politici italiani non agisce bene né per la comunità, né singolarmente e ciò li porta a servirsi di una cospicua rete di tangenti e corruzioni.
Questo clima viene perfettamente esemplificato dallo scandalo più recente, il cosiddetto caso Lusi.
Lusi, tesoriere della Margherita, secondo l’accusa avrebbe sottratto illecitamente dalle casse del partito un’ingente somma di denaro spesa per l’acquisto di beni immobili nel pieno centro di Roma; Lusi è stato repentinamente sospeso dal partito ed è attualmente indagato dalla magistratura.
L’aspetto più scandaloso della vicenda ci viene rivelato dallo stesso Lusi durante un’intervista esclusiva nella quale ha ammesso che gli stessi vertici del partito erano a conoscenza del suo operato, ovvero quello di falsificare il bilancio del partito.
Viene allora spontaneo chiedersi se questo non sia forse l’esempio più significativo di “casta”, in cui ognuno asseconda e copre l’altro, in un complesso giro di favori e ricatti tesi al solo fine di arricchirsi.
La felicità, che tanto i politici cercano nel denaro, consiste in realtà nel conseguimento del bene, inteso come bene di tutti e non soltanto di “pochi”.
Walter Genchi, alunno della III-G del Liceo scientifico “Cannizzaro” di Palermo