Nell'epoca del dominio delle agenzie internazionali un gruppo di attivisti ha deciso di usare la stessa tecnica per valutare i candidati all'Eliseo sulle politiche giovanili. Il rating migliore è solo una C per Holland, Mèlenchon, Joly e Le Pen. Malissimo Sarkozy
Il nome “Young and Poor” naturalmente si rifà alla nota agenzia di rating americana Standard and Poor’s. Dicono gli attivisti: se la perdita della tripla AAA è un problema degno di stare su tutti i giornali per settimane, perché anche una valutazione sulla questione giovanile non potrebbe avere la stessa importanza? Il messaggio è chiaro e i giovani di Young and Poor hanno deciso di fare sul serio. Neutralità e trasparenza i primi due valori che il gruppo intende rispettare: tutte le valutazioni sono pubblicate sul sito e nessun membro del gruppo può giudicare il candidato di un partito di cui lui stesso è membro. Le regole sono garantite da una ferrea carta deontologica.
I venti attivisti prendono contatti con i singoli partiti e monitorano i programmi elettorali per quanto riguarda alcuni temi, tra cui disoccupazione, entrata nel mondo del lavoro e rinserimento sociale. Nella prima fase i volontari del collettivo si occupano di redigere dossier che valutano originalità e credibilità delle proposte. In secondo luogo, un comitato di valutazione composto da esperti del settore decide che valutazione dare al singolo candidato: la politologa Geneviève Besse, il sociologo Louis Chauvel e la sindacalista Annick Coupé sono solo alcuni dei membri che hanno offerto il loro aiuto. Sul sito internet www.youngandpoor.org è poi possibile seguire tutto il processo e votare direttamente i singoli programmi.
La C di Mélenchon (Front de Gauche, il partito di sinistra), Joly (la verde di Europe Ecologie Les Verts) e Hollande (Parti Socialiste) vuole essere un riconoscimento delle idee dei tre candidati sui temi giovanili, ma a mancare, dicono i rappresentanti del comitato, sono le misure concrete da mettere in pratica. La C di Marine Le Pen (della destra di Front National) ha una grande pecca: la possibilità che tali misure siano messe in pratica secondo vincoli di nazionalità, il ché non convince il gruppo. La D di Sarkozy (e dei suoi neogollisti dell’Ump) e Bayrou (centrista del MoDem), denuncia un insieme di proposte isolate e poco articolate. La E spetta invece ai peggiori, tra cui Nathalie Arthaud di Lutte Ouvrière (Lotta Operaia) e Philippe Poutou dei comunisti del Nouveau Parti Anticapitaliste.
Secondo il 73% dei laureati francesi, come rivela il sondaggio di inizio mese di Deloitte-Ifop, le elezioni presidenziali non miglioreranno la loro situazione. I giovani sono tra i protagonisti di una crisi economica ormai reale anche in terra francese e i disagi non fanno che aumentare. “Siamo una generazione”, ha dichiarato a “France Info” Ophélie Latil, una delle portavoce del movimento, “che si trova ad avere problemi totalmente diversi da quelli dei propri genitori. Ora il nostro obiettivo primario è quello di avere un tetto sopra la testa e un lavoro decente. Costruire una famiglia, programmare un futuro, sono obiettivi lontani che purtroppo siamo costretti a mettere in secondo piano”.
A notare l’iniziativa dei giovani francesi è stato anche il Wall Street Journal, il quale ha parlato di una generazione di giovani dimenticata dai politici francesi. Parole pesanti, che secondo Génération Précaire rispecchiano la realtà. “Nel nostro studio quotidiano dei programmi elettorali dei candidati – ha aggiunto Latil – vediamo il grande divario tra i proclami e la concretezza delle azioni che si vogliono realizzare. C’è un abisso tra le due parti e vorremmo, grazie anche al nostro monitoraggio, cercare di spingere i candidati a una migliore efficacia”. Le prime valutazioni sono state diffuse a inizio mese e presto i risultati verranno riaggiornati nel caso di candidati che abbiano preso in considerazione le osservazioni dell’agenzia. I giovani attivisti si dicono ottimisti e rivelano il fatto che i candidati siano pronti a riceverli “prendendoli” sul serio. Essere ascoltati e considerati un interlocutore credibile, secondo lo staff di Young and Poor, potrebbe già essere un primo grande risultato.