Scavano un tunnel a valle e mettono a rischio una strada a monte. La nuova storia della frana della galleria val di Sambro si potrebbe sintetizzare così. La frana che sta interessando il paesino di Ripoli-Santa Maria Maddalena nel Bolognese, risvegliata dagli scavi per la Variante di valico, ha fatto muovere i piloni della attuale Autostrada del sole, che da Firenze porta al capoluogo emiliano. Lo spostamento di almeno uno dei giganteschi pilastri che reggono il viadotto Piazza, registrato dalla fine di ottobre, è di un centimetro e mezzo. A segnalare il movimento sono stati gli strumenti di monitoraggio piazzati dalla stessa Autostrade per l’Italia, che dopo le proteste dei cittadini ha dovuto monitorare palmo a palmo l’area del paese. Ora a muoversi è anche il gigantesco viadotto.
A confermare la voce che già da alcuni giorni circolava, c’è una lettera di due tecnici della Regione Emilia Romagna, i geologi Marco Pizziolo e Annarita Bernardi, che da tempo si stanno occupando del caso Ripoli. La lettera, indirizzata all’assessore regionale alla difesa del suolo, Paola Gazzolo e resa pubblica oggi dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Defranceschi, non lascia spazio a dubbi: “La superficie interessata dai movimenti è in aumento – scrivono i due tecnici – i limiti a monte continuano a essere oggetto di particolare attenzione, in quanto presentano segnali di un possibile coinvolgimento di almeno un pilastro dell’autostrada esistente. Analogamente è da tenere sotto particolare attenzione la strada provinciale a monte della stazione ferroviaria”.
Il breve passaggio della relazione è un ennesimo allarme che a questo punto non riguarda più solo i cittadini della frazione di San Benedetto val di Sambro, ma l’incolumità di tutti. Gennarino Tozzi condirettore generale Sviluppo Rete di Autostrade, ancora in una intervista apparsa sabato su Repubblica, negava il movimento del viadotto. “Non mi risulta”. Ora la conferma giunge dai palazzi di viale Aldo Moro. Che emette anche altre “sentenze”: la frana, anche dove gli scavi sono già passati, non si è fermata. Anzi, accelera. Forse è stata favorita anche dalle nevicate degli ultimi mesi che, sciogliendosi, hanno reso più scivoloso il terreno.
Proprio nelle scorse settimane il consiglio regionale emiliano romagnolo aveva votato all’unanimità un documento che chiedeva ad Anas e Autostrade lo stop ai lavori almeno fino alla fine delle indagini, portate avanti dai magistrati di Bologna. Ma per ora gli scavi proseguono e né il prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, né il sindaco di San Benedetto val di Sambro, Gianluca Stefanini, hanno mosso un dito per bloccarli. Nel frattempo, un’altra famiglia (con una bambina piccola) è stata “de-localizzata”, cioè allontanata dalla propria casa. Papà, mamma e figlia sgomberati nei giorni scorsi vanno così ad aggiungersi all’altra dozzina di persone (sulle 500 totali di Ripoli) già evacuate dalle proprie case.
Intanto, la frana non solo interessa zone sempre più ampie, ha anche ripreso a correre. Come segnalano i tecnici della Regione: “Per quanto riguarda l’area di Santa Maria Maddalena allo stato attuale le velocità del movimento appaiono maggiori rispetto al periodo precedentemente oggetto di rapporto, raggiungendo in alcune aree più prossime agli scavi 1,5 centimetri al mese”. L’area di cui si parla nel rapporto è quella di casa Pellicciari, finora la più colpita dagli scavi che le stanno passando accanto.
I geologi Pizziolo e Bernardi evidenziano come le speranze che i movimenti franosi si fermassero erano risultate troppo ottimistiche: “La tendenza alla stabilizzazione menzionata nel rapporto precedente – si legge nella lettera – non sembra confermata dalle ultime rilevazioni. Sono osservabili infatti nell’ultimo periodo segnali indicanti una possibile accelerazione del movimento”.
Infine, in conclusione, la lettera dei geologi lancia un monito inquietante. “È probabile nel breve termine una prosecuzione delle attuali velocità, per l’effetto combinato delle due canne in avanzamento sia pure nell’incertezza del comportamento che tali fenomeni possono avere e nell’ipotesi che non si verifichino eventi non prevedibili attualmente, come svuotamenti improvvisi di sacche acquifere, precipitazioni intense e prolungate o collassi delle gallerie per motivi costruttivi. Tale deformazione non potrà che produrre un incremento delle deformazioni sui manufatti e sulle infrastrutture con estensione delle lesioni precedenti”. Insomma, per i prossimi mesi allerta massima.
Il primo commento, naturalmente, è proprio di Andrea Defranceschi. “Il documento di cui siamo in possesso è la pietra tombale sulle reiterate bugie che Autostrade ha tentato di propinarci negli ultimi mesi, e che la Regione ha avallato col suo silenzio. I dati e le conclusioni sono chiari: gli spostamenti delle case nelle frazioni Ripoli e Scaramuzza di Santa Maria Maddalena sono dovuti agli scavi. Basta con questa favoletta che fossero danni precedenti”.