Il Fondatore di Sos racket e usura colpito al polpaccio davanti al portone di casa, in provincia di Como. Le sue denunce hanno portato a diverse inchieste giudiziarie, ultimo il caso Aler. Ma recentemente ha ammesso davanti ai pm milanesi di aver messo in scena alcune intimidazioni ai propri danni "per attirare l'attenzione"
Frediano Manzi, commerciante di fiori e attivista antiracket, è rimasto ferito a un polpaccio da un colpo di arma da fuoco. Secondo una prima ricostruzione, questa sera Manzi è stato riaccompagnato a casa, a Lomazzo in provincia di Como, da un suo dipendente, che si sarebbe allontanato dopo averlo lasciato davanti al portone. In seguito, Manzi ha chiamato al telefono la sua compagna, chiedendole di scendere perché qualcuno gli aveva sparato. La compagna lo ha trovato a terra, con una ferita al polpaccio. L’attivista antiracket le ha raccontato di essere stato bersaglio di due colpi di armi da fuoco sparati da un’auto in corsa. Ora è ricoverato all’ospedale Sant’Anna di Como, mentre la donna è ascoltata dai carabinieri.
Manzi, fondatore dell’associazione Sos Racket e usura, molto attiva e Milano e in Lombardia, è stato protagonista di numerose denunce, una delle quali ha contribuito all’apertura della recente inchiesta sull’Aler, l’azienda regionale che gestisce le case popolari in Lombardia. D’altro canto, il commerciante è attualmente sotto inchiesta per avere inscenato finte intimidazioni a i suoi danni. In particolare, avrebbe dato 1200 euro a un pregiudicato per commissionargli un attentato ai danni di un suo chiosco di fiori, a Nerviano (Milano) il 6 dicembre 2009. Lo stesso pregiudicato avrebbe anche incendiato un furgone del responsabile di Sos racket e Usrua, nel febbraio 2010, sempre fingendo un gesto di intimidazione. Nell’interrogatorio davanti al pm di Milano, Manzi ha ammesso di aver commissionato gli attentati, spiegando di averlo fatto per richiamare l’attenzione su di lui e sulle sue iniziative contro il racket.